
Messina, gennaio 2020
Sette ore di interventi e spesso di argomenti “fuori tema” che hanno riempito l’aula consiliare dalle 16.00 alle 22 di ieri. Il sindaco di Messina Cateno De Luca ha ascoltato scrivendo fogli su fogli, prendendo nota dei punti, delle accuse, anche delle digressioni inutili, e rispondendo poi con malcelato fastidio. Ha detto bene il consigliere Biagio Bonfiglio di “LiberaME”: “Ma di che stiamo parlando?”. Ciò che era ieri in gioco e che lo è rimasto, è la continuazione di un percorso che dovrebbe portare Messina fuori da una gestione emergenziale che dura ormai dalle dimissioni di Giuseppe Buzzanca dalla carica di Sindaco. Insomma non si può continuare a governare la terza città della Sicilia per numero di abitanti continuando a gestire urgenze economiche e finanziarie, debiti che rimangono sui libri contabili e che sono stati finora semplicemente riportati da un’amministrazione all’altra. “Dopo quattro anni di nulla, tanto fervore fa davvero impressione, ciò è innegabile”, ha detto Felice Calabrò in quello che è stato l’ultimo intervento di 16, ieri sera intorno alle 21.00.

IL RISCHIO COMMISSARIAMENTO CHE MESSINA NON SI PUO’ PERMETTERE
Quattro anni di nulla che si sommano ad altrettanti e di più, di commissariamenti, di ordinarie gestioni che hanno contribuito ad ingessare Messina, facendo regredire la sua economia, abbassando il livello del reddito pro capite, chiudere i negozi, diffondere paura, incertezza e rassegnazione. Ed è per questo che Messina non potrebbe sopportare un altro commissariamento: non è detto che si andrebbe, infatti a votare dopo soli 3 mesi. L’Ars ha approvato solo ieri l’esercizio provvisorio ed ha un debito enorme da ripianare ed una tornata elettorale costa circa 3 milioni di euro. Insomma potrebbero volerci molti più mesi di quanto si è detto perché Messina abbia una nuova direzione di governo. Se a questo si aggiunge anche il tempo necessario per riprendere le fila della linea di programma, chiunque la spunti, si potrebbe arrivare anche ad un anno e più di blocco. Messina non se lo può davvero permettere.

E DE LUCA DIEDE L’ULTIMA FIDUCIA AL CONSIGLIO…
Il gioco dei numeri in aula, il meccanismo della politica, il puntiglio spesso malcelato di avversare la linea programmatica di De Luca a priori ed a tutti i costi non giova alla città. Non serve più viste le aperture a cui De Luca ieri si è piegato, come ultimo atto di fiducia ad un Consiglio che ha in mano davvero il futuro della città. Così ieri è accaduto il contrario ed ha spiazzato tutti: alla fine è stato De Luca a tendere la mano ai consiglieri. Il primo cittadino ha dato l’ultima fiducia ad un Consiglio che avrebbe invece dovuto votarla al Sindaco.
“Datemi mezz’ora e rimodulo la delibera” ha detto uno stanco ed infastidito De Luca. Un gesto che la dice lunga sulla vera voglia di andare a nuove elezioni del Sindaco di Messina. Una mano tesa da parte di chi ha capito che i numeri non lo avrebbero aiutato. Ed in effetti sono davvero poche le variazioni da apportare al documento “Cambio di Passo“: la cabina di regia, il calcolo delle astensioni, gli incontri programmatici ed altro poco. “Le delibere in programma, la cui previsione cronologica non è stabilita a caso, ha detto De Luca, potranno essere discusse, emendate, ma dovranno rispettare i tempi. Sono atti inevitabili per la città, altrimenti si rischia che vada a finire come per ATM. Un’indecisione del Consiglio ha causato il blocco del fido da parte della BNL, con la conseguenza immediata di lavoratori senza stipendio.” Insomma, De Luca ha fatto comprendere che non ha chiesto una dichiarazione di fiducia incondizionata e vincolante, ma una dichiarazione di fiducia e condivisione del percorso. Ciò che è lecito per un sindaco di una città in tempesta finanziaria è sapere per tempo se sussiste davvero la volontà di operare per tirare la città fuori dalle sabbie mobili dei debiti o se l’intenzione è agire “contro De Luca” senza se e senza ma.

LA DISTENSIONE TRA LE URLA ED I RIENTRI
Distensione: alla fine, dopo ore di urla, accuse, interventi anche fuori luogo, di insulti volati dal loggione adibito al pubblico, De Luca ha ammorbidito la sua rigidità. Tanto da riportare a Palazzo Zanca anche Piero La Tona di Sicilia Futura che abbiamo visto nei corridoi proprio in conclusione. Insomma tutto poi rinviato a lunedì alle 18.30: si rileggerà il documento addolcito dall’intervento di De Luca e della sua Giunta, si presenteranno eventuali altri emendamenti, soprattutto annunciati dal Movimento 5 Stelle, si andrà a votazione ed i giochi saranno fatti. De Luca ha fatto capire che non c’è appello, anche perché nel suo intervento conclusivo ha iniziato a parlare della sua attività amministrativa usando il passato, ha parlato di “ultimo saluto al Consiglio“, lasciando intendere che non accetterà più altre scuse e parole inutili che possa rallentare quella che è forse l’unica linea programmatica concreta degli ultimi vent’anni per salvare Messina .