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Ipab Regina Elena, lavoratrici in protesta di fronte la Prefettura. FP CGIL: «Una vergognosa situazione di immobilismo e irresponsabilità politica»

- 28/11/2019
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Messina, 28 novembre

Il segretario della FP CGIL, Francesco Fucile, chiede un immediato intervento da parte della Regione affinché i lavoratori possano uscire fuori da una situazione ai limiti del paradosso. Il caso dell’Ipab Casa famiglia Regina Elena è diverso da quello di tutte le altre Ipab regionali, perché ci sono forti dubbi sulla gestione amministrativo contabile posta in essere

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Francesco Fucile

«Non percepiscono lo stipendio da oltre 24 mesi, ma ciò nonostante continuano a prestare il loro fondamentale servizio educativo e di assistenza ai 16 bambini ospiti della struttura. Oggi però i lavoratori dell’IPAB Casa Famiglia Regina Elena hanno deciso di rompere il silenzio e manifestare di fronte la Prefettura per denunciare il silenzio e l’immobilismo che contraddistingue la loro paradossale situazione. Siamo e saremo al loro fianco, perché la situazione deve sbloccarsi». Questo il commento del segretario della FP CGIL, Francesco Fucile, oggi a fianco delle operatrici della Casa Famiglia. «Seguiamo i lavoratori ormai da anni – continua il segretario – è il vero paradosso è che nonostante sia stato nominato, dopo innumerevoli mesi, un commissario regionale, quest’ultimo non si è mai insediato. Con quale conseguenza? Che ad oggi continuiamo a non avere alcun referente con cui affrontare e risolvere questa complicata questione. Ci sono lavoratrici che, ad esempio, pur volendo andare in pensione ed avendo tutti i requisiti per poterlo fare, non ne sono in condizioni perché di fatto non esiste il soggetto che può collocarli in quiescenza e l’Inps rigetta quindi le loro pratiche. L’Ipab, da circa un anno e mezzo non ha più un CdA, dal 2015 non presente più bilanci. Insomma, ci troviamo di fronte ad un disastro economico-contabile che da circa due anni costringe questi i lavoratori a vivere nell’incertezza, senza risposte e senza la possibilità di poter essere regolarmente e normalmente pagati per il lavoro che, nonostante tutto, continuano a svolgere. Ed è a dir poco imbarazzante che c’è che si continua ad approfittare della disponibilità di queste persone e a non muovere un passo per provare a risolvere una situazione che pone l’IPAB Casa Famiglia Regina Elena, in uno status molto diverso da quella di tutte le altre IPAB siciliane»