Messina, 18 ottobre
Un cantiere di Open Fiber rompe un tubo dell’acqua da 2 pollici interrato ad appena 10 centimetri sotto l’asfalto. I lavori si fermano e viene chiamata una squadra dell’AMAM per riparare una fuoriuscita d’acqua di portata enorme che a fiotto fuoriesce dalla strada. E’ accaduto ieri in via Croce Rossa, così come è accaduto più volte in tutta la città di Messina che sta “pagando” con difficoltà la presenza di cantieri però volti ad un guadagno più grande che deriverà dalla posatura della fibra ottica.
Ma la notizia non è quella della rottura bensì di ciò che è accaduto con l’arrivo della squadra AMAM : la rottura avviene di prima mattina, l’AMAM interviene alle 11.00, con grande dispendio di acqua. La riparazione non è complicata ma prima bisogna fermare l’acqua per poter lavorare, per farlo bisogna chiudere la saracinesca ed isolare il punto su cui intervenire. Ma la squadra non riesce a rintracciare la saracinesca: ci mette ben DUE ORE per trovarla e fermare l’emorragia di quello che tra non molto potrebbe essere uno dei liquidi più preziosi al mondo. Chiusa l’acqua il lavoro di riparazione porta via circa 40 minuti. Due ore di ricerca e soli 40 minuti di riparazione.
Il problema è la mancanza di una pianta dettagliata ed aggiornata dell’intera rete idrica cittadina. Si parla di SMART City ma non sappiamo dove passano con certezza i tubi. Saperlo avrebbe comportato maggiore tempestività nella riparazione di ieri, ma anche rotture evitate durante gli scavi per la fibra, e molto altro ancora.
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