Messina, 24 novembre 2018 – di Giuseppe Bevacqua
Cateno De Luca è diventato sindaco di Messina, oltre che per il programma condiviso da gran parte dei cittadini, soprattutto perché è un grande ed esperto comunicatore. Così come un politico dev’essere. Gli Stati Uniti “insegnano” il bene ed il male della comunicazione, ma hanno fatto scuola nella formazione e nella gestione della comunicazione dei candidati e dei politici. Ma De Luca non ha bisogno di imparare quasi nulla. Il “quasi” sta nelle umane cose e nel sempre “probabile” errore. Così De Luca non ha sbagliato un colpo ed ha dimostrato nel percorso che dalla denuncia dello stato dei conti della città di Messina, fino all’operazione della rimodulazione del piano di riequilibrio di aver imbastito una trama che oggi in conferenza stampa, ha svelato, per chi ha avuto la pazienza di ascoltarla fino in fondo.
“Ho descritto una situazione pesante perché era strumentale a raggiungere lo scopo” dichiara De Luca. Lo “scopo” era quello di scuotere e di svegliare quella parte di messinesi che non avevano capito fino in fondo quanto rischiasse la città e quanto a fondo si era e si stava andando. Descrivere scenari apocalittici, più foschi di quello che in realtà sono, ha avuto il risultato di compattare città e dietro di lei, il Consiglio Comunale. De Luca ha affrontato un’impresa impari: ottenere il “tutto o niente” pur non avendo un consigliere dalla sua parte politica. E se ha potuto farlo lo deve proprio alla sua capacità di comunicatore. Così se oggi il sindaco di Messina “svela” un piccolo retroscena della sua strategia significa una sola cosa: ha raggiunto il punto che è però solo di partenza, ma pietra miliare per la ripartenza della città. Resta comunque “nocchiero in gran tempesta” De Luca di una nave che ha ancora da passare la gola del dissesto. Ma almeno non si galleggia più solamente, adesso si naviga pure.
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