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Donazione organi – Angela Rizzo, “All’inizio furono scintille e scontri, poi Gaetano Alessandro mostrò il suo cuore da Robin Hood”

- 29/05/2019
gaetano alessandro

Messina, 29 maggio 2019lettera di Angela Rizzo a Gaetano Alessandro sulla sua attività a favore della DONAZIONE DEGLI ORGANI

Lo conosco da qualche anno, cappellino da baseball, eta’ indefinita, parla a voce alta e senza usare parole di circostanza, insomma dice pane al pane e vino al vino. Merce rara perche’ ormai e’ difficile incrociare persone vere, senza trucco e senza inganno. Il primo impatto fu di scontro, ma conoscendo il suo CUORE, si sono abbassate le protezioni ed ecco che senza pregiudizi di sorta ho imparato ad accettare quel suo piglio deciso e il piu’ delle volte apparentemente duro. Perche’ lui ha una missione e non guarda in faccia nessuno. Le prime telefonate erano molto formali, quando pensi di organizzare l’assemblea? Nell’ordine del giorno DEVI mettere: “l’importanza della partecipazione” , le mie telefonate erano: ti ho mandato la convocazione, dimmi se va bene, leggiti il verbale, cosi’ lo mando e ci furono anche delle telefonate burrascose. Nelle riunioni il piu’ delle volte si alzava e andava via, quando il tasto toccato riguardava i piu’ fragili, i piu’ vulnerabili. Andava via, ma restando sempre presente nei bisogni degli sconosciuti, sempre attento a non urtare i piu’ deboli. Insomma un Robin Hood moderno. Man mano ho apprezzato il suo CUORE. Il suo CUORE, ma non e’ suo lui da 5 anni ha un cuore nuovo e a quel cuore deve dare risposte. Poteva scegliere la strada piu’ facile. Ora sto bene e mi godo la vita. Sono stato fortunato e oggi me ne strafrego di tutti e invece NO. Ha intrapreso la strada dell’aiuto al prossimo, ha deciso di dedicarsi alla DONAZIONE, atto d’amore massimo per l’umanita’ intera. Ha due mamme, due papa’ che amorevolmente presenziano nelle sue intense giornate dedicate alla donazione, dal canto suo li bacia parla di loro con lo stesso affetto di un figlio. Si presenta sempre con il suo immancabile cappellino da baseball, in pieno inverno con soltanto un maglioncino di lana, mai un giubbotto, perche’ lui da cinque anni vive a mille. Ha lasciato un uomo che stava male, ha avuto il cuore di un uomo nel pieno della sua vita, cinque anni fa e’ nato il terzo uomo, colui che ha messo insieme la speranze di due giovani uomini, gli amori, gli affetti, la quotidianita’, la bonta’ e l’intemperanza ed e’ venuto fuori un mix speciale. Puo’ essere paragonato ad un cocktail alcolico tra i più forti il “Mint Julep” a base di Bourbon con l’aggiunta di zucchero, soda e menta e fresca. Il suo nome curiosamente deriva da un termine arabo riferito ad un sciroppo dolce, lo stesso che si aggiungeva alla medicina per convincere i bambini a prenderla. Come il Mint Julep lui e’ forte, dolce e convincente. Ha deciso di non vivere nei canoni prescritti dall’egoismo, ha deciso di donarsi agli altri, di ripercorrere quasi quotidianamente il suo calvario. Lo trovi in Terapia intensiva e a Natale proprio in quel luogo di dolore ha organizzato gli auguri, i congiunti dei ricoverati sono diventati suoi parenti, gioca a calcio nella nazionale donatori, organizza partite per sensibilizzare sulla donazione, firma protocolli di intesa sempre per lo stesso scopo. La frase che lui cita sempre e’: Perche’ non donare, non c’e’ nessun motivo per non donare e’ come se tu hai un panino in mano e non hai fame, un pover’uomo ti chiede un pezzo di quel pane, tu rispondi di NO e appena lui va via, butti il panino nella spazzatura. Ecco cosa te ne fai di un organo se non ti serve piu’?

“Un cuore è una ricchezza che non si vende e non si compra: si dona”.

(Gustave Flaubert)

F.to Angela Rizzo