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Pena definitiva per Genovese, ma per giudici non va in cella. “Ancora è presto…”

- 19/10/2021
Il parlamentare del Pd Francantonio Genovese accompagnato da uno dei suoi legali in macchina davanti all'ingresso del carcere di Gazzi a Messina, dove si è costituito dopo che la Camera dei Deputati ha autorizzato il suo arresto, 15 maggio 2014. ANSA / FRANCESCO SAYA

Era pronto a scontare la pena, ma si è visto rispondere “ancora è presto”. E’ la paradossale storia di Francantonio Genovese, ras di preferenze a Messina, ex segretario regionale del Pd ed ex deputato, condannato a 6 anni e 8 mesi per lo scandalo dei fondi Ue per la formazione professionale.

Nei giorni scorsi la Cassazione ha reso definitiva la sua condanna per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, associazione a delinquere, frode fiscale e tentata concussione, rinviando alla corte d’appello di Reggio Calabria perché riprocessi l’ex parlamentare solo per l’accusa di riciclaggio da cui era stato assolto in secondo grado.

La Suprema Corte ha accolto il ricorso della Procura Generale di Messina e ha, dunque, ripassato la palla ai colleghi reggini, ma la condanna a 6 anni e 8 mesi è passata in giudicato, quindi, teoricamente, Genovese dovrebbe essere in carcere per scontarla.
Secondo la Procura Generale di Reggio Calabria, che dovrebbe occuparsi dell’esecuzione della pena, però, è ancora presto.

Rifacendosi a una sentenza della Cassazione che parla di inscindibilità del giudicato l’ex deputato, per scontare la pena, dovrebbe attendere la definizione del secondo processo che dovrà celebrarsi prima in appello, poi certamente davanti ai giudici romani. Quindi per qualche anno almeno, nonostante, la parte della condanna sia ormai stata suggellata dalla conferma dei magistrati romani l’ex deputato resterà libero.

ANSA