
Sono passati circa nove mesi e mezzo dall’avvio della campagna vaccinale ed in Italia mancano all’appello circa NOVE milioni di italiani over 12, che non hanno ancora provveduto alla somministrazione.
I nove milioni di italiani che non hanno ancora scelto di vaccinarsi presentano motivazioni profondamente diverse tra loro e buona parte di essi non può definirsi NO VAX. Anzi la percentuale di chi è contro il vaccino perché “non si fida dei medici”, avalla teorie complottiste, come ad esempio gli interessi delle case farmaceutiche dietro il Covid, o che, addirittura, crede che il SarsCov “non esiste e che è tutta una montatura di Stato”, è riferibile a solo un 2,5% circa dei nove milioni over 12 di cui sopra.
Per tutti gli altri si tratta di timore legato agli eventi avversi, originato da un’informazione scientifica il più delle volte controversa e che ha subito il colpo maggiore con quanto accaduto con il “lotto sotto accusa” di Astrazeneca.
Secondo i dati Ipsos di marzo, infatti, addirittura il 44% degli italiani, comunque decisi a fare il vaccino, avrebbe rifiutato di farsi inoculare AstraZeneca; e secondo le stime di Euromedia, per il 31,1% degli intervistati quello di AZ sarebbe stato un vaccino più pericoloso di tutti gli altri. Una reazione tutto sommato proporzionata all’allarmismo che in quei giorni permeava il sistema dell’informazione e orientava le scelte governative: in questa vicenda, è molto difficile attribuire ai cittadini elementi riconducibili a uno spirito “complottista”.

Sempre secondo Euromedia, in un sondaggio del 9 aprile, oltre a un 34,2% degli italiani che non voleva farsi vaccinare con AstraZeneca, si registrava un 33,3% che si sarebbe sottoposto alla somministrazione, ma dicendosi comunque in qualche modo impaurito.
Insieme a una frangia No-Vax descritta come violenta e complottista, si è quindi formato nella società un ampio, trasversale – e più silenzioso – settore di cittadini che provavano un sentimento di paura e diffidenza ben giustificati da una gestione comunicativa confusa e allarmistica che ha contraddistinto la prima fase della campagna vaccinale (e giudicata negativa, peraltro, dagli stessi italiani: il 62%, secondo un sondaggio di giugno realizzato da Antonio Noto).
Paura e diffidenza, dunque, decisamente prevalenti rispetto a tesi più “complottiste”: solo il 25%, infatti, affermava di non fidarsi di medici e scienziati; e una percentuale ancora più irrisoria – l’8% – si diceva non interessato alla somministrazione perché “il Covid non esiste”.
Un’ulteriore ricerca, realizzata lo scorso 26 luglio da Demopolis, secondo cui, tra chi non si era ancora vaccinato, dimostra che la mancanza di fiducia legata al timore di effetti collaterali costituiva di gran lunga la prima motivazione, con il 45% delle citazioni.
Tutti questi dati – gli unici attualmente disponibili – ci dicono che le persone che appartengono a quello che viene definito “il popolo dei No-Vax” hanno delle motivazioni molto più complesse di quanto non appaia dal dibattito pubblico, nel quale sembra “pesare” in misura molto maggiore, e decisamente sproporzionata rispetto al suo peso effettivo, la componente più radicalizzata, decisamente minoritaria.
FONTI EUROMEDIA, DEMOPOLIS, AGI