GREEN PASS – Ristoratori “INVESTIGATORI”? Circolare del Ministero degli Interni: ‘Gli esercenti controllino le identità in caso di incongruenze’
11 AGO – Parte la stretta del Viminale con “massima attenzione alle attività di verifica e controllo” del Green pass da parte delle forze dell’ordine, con verifiche a campione e in particolare nei luoghi turistici e della movida. Verifiche che saranno svolte ora anche alla luce della circolare diffusa dal Ministero dell’Interno, secondo cui anche gli esercenti ( ma sarà “discrezionale”) potranno chiedere l’esibizione di un documento di identità (quindi accedere a una “seconda fase” della verifica, che non sarà sempre necessaria) oltre all’utilizzo della app che scannerizza il Qr Code del certificato.
“Tale verifica si renderà comunque necessaria nei casi di abuso o elusione delle norme. Come ad esempio quando appaia manifesta l’incongruenza con i dati anagrafici contenuti nella certificazione”, si legge nel documento. Inoltre “l’avventore è tenuto all’esibizione del documento di identità”. Resta fermo il punto secondo cui le multe, in caso non si accerti la corrispondenza tra il certificato e l’identità del possessore, “la sanzione risulterà applicabile nei confronti del solo avventore, laddove non siano riscontrabili palesi responsabilità anche a carico dell’esercente”.
Riguardo agli eventi sportivi e agli spettacoli, nel documento viene anche precisato che, oltre ai pubblici ufficiali, saranno anche gli steward e i gestori delle strutture a poter controllare i pass. Già qualche ora prima la diffusione della circolare il Garante della Privacy, citando il Dpcm dello scorso 17 giugno, aveva fatto notare che anche “i titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi” possono richiedere agli intestatari della certificazione verde di esibire un documento d’identità. I ristoratori sottolineano: “ci auguriamo che la nostra ‘richiesta’ della carta di identità avvenga soltanto laddove si ravvisi una palese contraffazione del certificato. E in quel caso, se il cliente si rifiuta di esibire il documento, chiameremmo le forze dell’ordine. Non possiamo sostituirci a un pubblico ufficiale”, avverte il direttore generale della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (Fipe) di Confcommercio, Roberto Calugi.
Nelle principali città il passaporto verde intanto circola da giorni, sottoposto agli scanner della app ‘Verifica C-19′. A Milano il giudizio di baristi e ristoratori sull’obbligo resta sospeso. Nella città semivuota di metà agosto, complici anche le temperature estive, sono infatti pochi i clienti che chiedono di pranzare o consumare seduti all’interno, per questo la valutazione sulla misura viene rimandata a settembre. “Io non chiedo i documenti, chiedo il pass e per ora nessuno ha fatto storie – spiegano in zona stazione Centrale – la gente lo mostra tranquillamente non c’è nessun problema, tutto si è svolto molto bene anche con gli stranieri. Sicuramente in presenza di tanti clienti la situazione non sarebbe scorrevole”. Anche a Roma “sono poche le persone che vogliono consumare all’interno. Finora non abbiamo avuto problemi”, riferiscono alcuni ristoratori in zona Colosseo. Nella Capitale in centro il pass viene chiesto un po’ ovunque e, precisano alcuni gestori, “finora non ci sono stati particolari problemi e resistenza da parte dei clienti”. Ma ci sono anche situazioni dove la difficoltà dei controlli rende impossibile la svolgimento di particolari eventi. Per questo motivo, nella località turistica toscana di Forte dei Marmi il Comune ha annullato la tradizionale fiera dedicata al patrono Sant’Ermete del 28 agosto e i fuochi di artificio dal pontile. “Ancora una volta si scarica tutto sulle spalle delle amministrazioni. Non è immaginabile pensare che le forze comunali possano contenere numeri di visitatori come quelli che si registrano alla nostra fiera. E neppure è ipotizzabile fare dei controlli a campione”, lamenta il sindaco Bruno Murzi. Green pass accantonato per il momento anche in vista dell’udienza generale di Papa Francesco nelle prossime ore in Aula Paolo VI in Vaticano, dove per assistere non servirà l’autocertificazione verde. E se il giudizio sul passaporto verde, introdotto dal Governo – proprio per scongiurare nuove chiusure – sembra essere ‘rimandato’ a settembre, il Paese si riaffaccia al rischio di nuovi focolai in particolare con il rientro di alcuni giovani dai luoghi delle vacanze come la Riviera romagnola, Ponza o Gallipoli.
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