RISPETTO MESSINA, “DELEGITTIMAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE : INTERVENGA IL PREFETTO
MESSINA, 9 AGO – “I reiterati attacchi da parte del Sindaco di Messina al Consiglio Comunale ed ai suoi componenti evidenziano un disegno, sempre più chiaro, che tende alla “delegittimazione” del ruolo dell’organismo consiliare”.
Lo scrive il Comitato civico Rispetto Messina in una nota che chiede l’immediato intervento del Prefetto e che giunge in concomitanza con le dichiarazioni dei consiglieri comunali del PD di Messina che reagiscono fermamente alle accuse di “questua” ad ogni delibera formulate in conferenza stampa ieri dal Sindaco di Messina. “Faccia i nomi” hanno dichiarato Calabrò, Russo e Gennaro.
“In tale disegno va ad inserirsi anche la minacciosa ed azzardata richiesta di scioglimento del Consiglio Comunale – continua Rispetto Messina nella nota – da parte della vice-sindaco (che ultimamente sta assumendo la veste di “delfina”) fatta nell’ambito di una serie di dichiarazioni che denotano una forma mentis particolare caratterizzante diversi componenti della Giunta De Luca. I quali e le quali ritengono di fare parte di una sorta di “oligarchia di ottimati”, capaci, solo loro, di gestire ed amministrare questa città, e guardano con sufficienza e con spocchia a tutte le altre realtà. E la loro reazione, spesso rabbiosa e nevrotica, deriva dalla constatazione che non tutti li o le considerano tali, giungendo persino a contrastarli, come nel caso del Consiglio Comunale e di larga parte della comunità messinese, che non intendono accettare né diktat né imposizioni. Ci pare evidente invece, come ci si trovi di fronte ad una visione “patologica” della gestione della cosa pubblica significata anche dall’auto culto della personalità del primo cittadino permeato da narcisismo egocentrico ed egoarca. Ma a prescindere dalle considerazioni di altra natura, il dato politico più grave, che va evidenziato e denunciato con forza, deriva dalla dichiarazione del sindaco De Luca che afferma di aver deciso da tempo di non voler più partecipare ai lavori del Consiglio Comunale perché lo considera una perdita di tempo ed un fastidio. Disattendendo così ad un suo precipuo “dovere” derivante dai suoi compiti istituzionali da assolvere e sull’adempimento dei quali ha giurato sulla Costituzione.
Ma un Sindaco che dichiara di non tenere in nessuna considerazione il Consiglio Comunale, continuando a dileggiare i Consiglieri arrivando a definirli zecche, delegittima totalmente agli occhi dell’opinione pubblica una Assemblea, non nominata, ma eletta democraticamente dai cittadini, e quindi dimostra in ultima analisi, di non tenere in nessuna considerazione i cittadini stessi.
Ma di fronte a tale visione distorta desta preoccupazione che non ci sia stato alcun intervento da parte di chi rappresenta a livello territoriale il Governo, non in termini politici ma in termini istituzionali. E ci riferiamo alla Signora Prefetto, che ha anche il compito di verificare e controllare il regolare funzionamento delle autonomie locali, che si regge sulla piena attuazione della dialettica democratica, principio che è alla base di tutte le Istituzioni repubblicane ai vari livelli.
Ed avvertiamo il dovere civico di chiedere al Prefetto di intervenire per censurare ufficialmente determinati atteggiamenti e comportamenti del sindaco di Messina, che sono stati oggetto anche di denuncie da parte di parlamentari e soggetti politici, e di avviare una attività ispettiva per verificare se venga assicurato, senza condizionamenti di varia tipologia, il regolare funzionamento dell’Ente locale Comune di Messina, ed in particolare se venga assicurato il riconoscimento ed il rispetto dei vari ruoli e soggetti istituzionali che insieme concorrono a costituire l’Amministrazione comunale. E dato che abbiamo appreso di recenti interlocuzioni tra Sindaco e Prefetto, evidenziamo che non può ritenersi una giustificazione sottolineare in un tentativo autoassolutorio che “io sono fatto così e non posso cambiare”. Perché se il Sindaco della tredicesima Città Metropolitana d’Italia ritiene di non voler modificare determinati tipi di comportamenti e atteggiamenti, significa che è totalmente incompatibile con i ruoli istituzionali che svolge“.