1 DIC 2020 – di Giuseppe Bevacqua
“Nessun dorma“, ovvero, per dirla in modo schietto, “Nessun si sbrachi“. La “promozione” in zona gialla e l’allentamento delle misure anti Covid non deve essere un temerario “liberi tutti”.
Eppure non sembra che questo mantra continuamente ripetuto sia giunto ai cervelli di molti siciliani. Dalle feste alla Vucciria di Palermo, alla ressa nelle vie del centro di Messina di domenica scorsa, il segnale che invece viene colto forte e chiaro è che la voglia di normalità rischia di diventare un terribile boomerang che annuncia una terza ondata. I controlli di Polizia dell’ultimo weekend hanno sorpreso tanta gente seduta ai tavoli di bar del centro a prendere l’aperitivo con almeno cinque persone e con assembramenti fuori dai locali. Così non va.
La Sicilia viaggia ancora ad una media di 45 morti al giorno ed i contagi non si sono alleviati. Forse perché i negazionisti od i semplici incoscienti del sabato e domenica dovrebbero farsi un bel giro tra i letti della terapia intensiva per rendersi conto che il virus c’è davvero e che uccide senza pietà, lasciandoti senza respiro a morire da solo.
La cruda verità non piace e quando non piace in molti cercano di nasconderla, di dimenticarla, di alterarla. Ma ciò non basta a cancellarla.
Non basta mettere la testa sotto la sabbia per rendersi conto che il virus ci accompagnerà ancora per almeno un anno e mezzo. Perché l’unico vaccino di cui disponiamo in questo momento è il rispetto responsabile delle regole da parte di tutti. Altrimenti i morti continueremo a contarli.
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