Francesco Marullo di Condojanni è morto all’età di 69 anni. Avvocato ed agricoltore, particolarmente impegnato anche nel sociale, lascia un ricordo professionale indelebile. Uomo di altri tempi e dalla cortesia signorile fu anche, suo malgrado, protagonista del primo sequestro di persona a scopo di estorsione in provincia di Messina.
Era il febbraio del 1974 quando il giovane Francesco Marullo, 22 anni, prossimo alla laurea in Giurisprudenza, stava rientrando nella casa di famiglia sita (ancora oggi) in via Cavalieri della Stella a Messina, quando un gruppo di uomini incappucciati lo costrinsero a seguirlo. Seguirono otto giorni di sequestro che, poi racconterà lui stesso, passò all’interno di un anfratto, molto probabilmente una grotta. Il sequestro fu imputato ad un gruppo di calabresi, che l’allora giovane Francesco Marullo definì “gentili” : “Mi hanno trattato bene, con estremo riguardo ma non so dire chi e quanti fossero. I rapitori non hanno neanche parlato, si esprimevano con suoni gutturali per non farsi riconoscere” dichiarò nell’immediatezza del rilascio. La sera in cui venne liberato il giovane fece ritorno a casa con la barba lunga e particolarmente provato per i giorni di prigionia. La famiglia Marullo, il padre senatore, secondo quanto si legge nella stampa dell’epoca sborsò la cifra ragguardevole per l’epoca di 300 milioni di lire per la sua liberazione. Una cifra comunque non confermata dalla famiglia. I soldi vennero consegnati, in base alle istruzioni dei criminali, direttamente dal padre senatore. Una storia che allora fece molto scalpore e colpì profondamente l’opinione pubblica. un sequestro cui poi ne seguì un altro, quello Rinciari. Ma questa è un’altra storia.
Sic transit gloria mundi