Il Comune di Messina, tredicesima città d’Italia per numero di abitanti, vive da diversi anni un costante decremento del personale della sua struttura amministrativa che, in un trend costante da anni, ha comportato l’attuale posizionamento della città agli ultimi posti tra le città metropolitane italiane in termini di rapporto di dotazione minima di personale e popolazione residente (stima secondo parametri del D.M. 10/04/2017).
Attualmente, dinanzi alla previsione di un numero di dipendenti necessari ad assicurare un’ efficiente azione di erogazione dei servizi che dovrebbe essere pari a circa 2000 unità di lavoratori, il Comune impiega 1163 lavoratori di ruolo (tempo indeterminato e tempo determinato), quindi con una copertura pari al 58% della dotazione minima che la nostra Città dovrebbe possedere. Analoga è la situazione che si riscontra in termini di dotazione organica delle figure apicali, per intenderci di dirigenti. Il nostro ente, infatti, aveva una dotazione di n. 16 dirigenti nel dicembre 2018, dotazione attualmente scesa ad un esiguo numero di 9 unità. Invero, la città di Messina, per garantire i necessari e indifferibili servizi, dovrebbe avere una dotazione dirigenziale di almeno 20 unità, così come accade in città aventi pari dimensioni demografiche e territoriali.
La dotazione organica di un Comune non è in alcun modo un dato neutro, quando si deve analizzare la qualità dei servizi erogati alla cittadinanza, la copertura dei fabbisogni territoriali, il livello di soddisfacimento dell’utenza e, ancora più importante, la bontà di un’azione politico-amministrativa. Non è negabile, infatti, che maggiore – o quanto meno adeguato – è il numero delle unità lavorative impiegato, maggiormente qualificato è questo stesso personale, maggiore sarà l’efficienza dell’azione amministrativa: azioni tempestive, in ottimale risposta alle richieste dell’utenza e dei cittadini, in tempi adeguati ai ritmi socio economici del contesto cittadino e sociale attuale. E’ in un rapporto corretto ed equilibrato tra le risorse lavorative impiegate, le risorse di bilancio destinate e il livello di formazione del personale che si inverano i principi costituzionali che sovrintendono alla Pubblica Amministrazione: efficienza, efficacia, buon andamento, economicità.
In carenza di manodopera, sempre meno persone dovranno eseguire sempre più attività; maggiori i carichi di lavoro su numeri di personale sempre più ridotti; impegni che crescono – anche a fronte della ormai interminabile serie di attività che l’Ente comunale nel corso degli anni si vede riconoscere come soggetto erogatore nei confronti dei cittadini – a fronte di dipendenti che diminuiscono. Questi fattori incidono profondamente e sensibilmente sulla qualità dei servizi amministrativi erogati alla cittadinanza, che di giorno in giorno – pur essendo assicurati con un encomiabile sforzo operativo da parte dei residui dipendenti attualmente impiegati – rischiano di scadere nella loro qualità e nella loro adeguatezza.
Nel quadro di questa analisi deve essere fatta necessariamente chiarezza circa la condizione del Comune di Messina. Per lungo tempo incagliato nell’arzigogolato percorso di accoglimento del Piano di Riequlibrio Economico e Finanziario, l’Ente ha vissuto condizioni difficoltose per la condizione dei suoi bilanci che hanno impedito per tanto tempo l’assunzione di nuove risorse (fatte salve assunzioni a tempo determinato o stabilizzazioni dovute), contribuendosi in tal modo all’ulteriore diminuzione della dotazione organica.
Da tempo ormai il nostro Ente ha riacquistato la capacità assunzionale. E’ la stessa Amministrazione che riconosce in un prossimo futuro la possibilità di avviare nuovamente dei percorsi di assunzione di personale: lo ipotizza nel 2022, secondo i calcoli che stavano alla base del c.d. “Salva Messina”. Ebbene, noi diciamo che il 2022 è una data troppo lontana rispetto alla necessità di garantire l’efficienza della pubblica amministrazione, rispetto alla necessità di garantire servizi e assistenza alla cittadinanza, motivo per cui occorre procedere con la massima sollecitudine. Infatti, le carenze di personale necessario all’espletamento minimo dei servizi comunali sono evidenti già da tempo e sono gravissime già alla data odierna, pertanto, procrastinare ulteriormente costituisce un ostacolo a nostro parere da rimuovere.
Che la necessità di personale sia ormai ineludibile alla data odierna (e non dal 2022…) lo dimostra lo stesso trend di provvedimenti di comando di lavoratori provenienti da altri Comuni della provincia che la Giunta Municipale, per far fronte a carenze di impiegati nei vari dipartimenti, nella Polizia Municipale e anche nelle partecipate, attiva con costanza da diversi mesi, con una tendenza alla crescita che appare evidenziare in maniera evidente l’insufficienza della forza lavoro a disposizione del Comune di Messina: 12 dipendenti da altri Comuni vicini a Messina sono stati comandati al nostro Comune solo in questi primi otto mesi del 2020: le qualifiche vanno dall’ispettore di polizia locale all’istruttore tecnico edile; dall’istruttore amministrativo all’operaio professionale.
Nel 2019, si sono registrati analoghi spostamenti a favore del Comune di Messina attraverso il ricorso all’istituto del comando: le qualifiche interessate sono quelle già citate poco sopra, che – vista la loro varietà funzionale – testimoniano la necessità di far fronte alle carenze dotazionali dell’Ente.
L’istituto del comando, previsto e regolato dalla normativa di disciplina del lavoro presso le pubbliche dipendenze (D. Lgs. 165/2001) è un istituto che deve venire utilizzato eccezionalmente e per far fronte ad accresciute esigenze operative dell’amministrazione, comunque in misura ridotta e soprattutto per coprire quelle minime vacanze funzionali che, se invece si dimostrano strutturali, necessitano di copertura attraverso le normali procedure concorsuali. Quel che accade nel Comune di Messina da tempo, messo in pratica da questa Amministrazione, invece, è di segno completamente differente: i ricorsi ai comandi crescono in più aree funzionali e la reiterazione dimostra che i posti che vengono temporaneamente coperti non sono operativi senza unità di personale che dovrebbe essere strutturalmente impiegata dal Comune.
A queste considerazioni si aggiunga una ulteriore valutazione: l’istituto del comando (sebbene siamo certi che non è così per i casi che ci occupano) può ingenerare legittimi sospetti su un suo utilizzo strumentale, non garantendo la massima trasparenza che, per contro, nella materia in questione è d’obbligo. I soggetti interessati potrebbero pensare che solo a pochi lavoratori è riconosciuta la possibilità di entrare nella struttura comunale con l’istituto del comando o del distacco, rinviando sine die la regolare indizione di procedure concorsuali.
E tali dubbi possono sorgere laddove ci si domandi sulla base di quali criteri, di quali necessità e di quali requisiti l’Amministrazione consenta lo spostamento di lavoratori. Esiste un Regolamento che gestisce questo tipo di tipologia lavorativa, modificato di recente nel giugno 2019 (delibera di Giunta nr. 396 del 13/06/2019) e al suo interno sono individuate le modalità di accesso al comando. Se sono previste le modalità operative per accedervi (bando pubblico esposto con tempistica minima di 30 giorni all’Albo pretorio online, punteggi, criteri della domanda…) è del pari vero che sulle modalità con cui l’Amministrazione individua le carenze di dotazione è lasciata ad essa ampia discrezionalità (talché con il comando il entrata, è la Giunta che autorizza la immissione del lavoratore).
E tuttavia, nel regolamento comunale è espressamente previsto che: “Il comando riveste carattere di eccezionalità e può essere attivato, a condizione che esista il posto vacante e disponibile, esclusivamente per sopperire temporaneamente ad esigenze di personale con specifiche professionalità o per particolari necessità organizzative dell’amministrazione che lo richiede”.
Ebbene: momentanee esigenze di personale.
I dati ci dicono che, in un numero in costante crescita di numerosi lavoratori impiegati in varie funzioni, i comandi ad oggi sembrano assumere carattere di strutturali e certo non di temporaneità o di specificità professionali. I dipartimenti comunali si svuotano e perdono figure professionali e qualifiche centrali nel procedimento amministrativo. Le risorse superstiti sono sempre di meno e devono coprire con grande sacrificio più settori amministrativi, rischiando di compromettere la qualità dei servizi ai cittadini. La carenza è così grave che l’Amministrazione procede – in modo pressocchè sistematico – a far transitare – con l’istinto del comando in entrata – lavoratori dalla provincia nei ranghi del Comune di Messina. Una carenza così grave che induce l’Amministrazione, in totale contraddizione con i proclami elettorali, a porre in essere azioni politiche tendenti alla costituzione di società partecipate che esternalizzano funzioni importanti che sarebbero (e che devono rimanere) di competenza della macchina amministrativa comunale: dal patrimonio alla gestione del risanamento, dalla paventata istituzione dell’ufficio unico delle entrate fino ai servizi sociali: tutti settori, questi, che negli altri comuni sono di stretta competenza dell’Ente, sono da noi esternalizzati inseguendo la vaga chimera che una gestione di tipo para privatistico possa riuscire meglio rispetto all’azione del pubblico. Ma di questo non abbiamo la controprova: non avendo risorse umane a sufficienza dentro il Comune, è evidente che i dipartimenti competenti non possono operare adeguatamente! La esternalizzazione dei servizi determina, inoltre, una diminuzione del controllo da parte degli organi preposti. Ancora una volta, la strada – se i servizi non sono erogati adeguatamente – non è certo quella di sezionare parte delle funzioni del Comune per darle all’esterno, bensì potenziare la dotazione organica dell’Amministrazione, al fine di poter erogare i servizi con i mezzi del Comune, mantenendo sotto il controllo pubblico molte di queste attività essenziali.
Il quadro tracciato ci induce a ritenere essenziale, urgente e non più rinviabile, procedere al più presto con un piano di nuove assunzioni al Comune di Messina, riaprendo il percorso dei concorsi pubblici, aperti, trasparenti e accessibili a chiunque abbia i titoli, che – per ragioni di bilancio – per troppi anni sono stati preclusi.
La strada è obbligata. L’urgenza è innegabile. Il 2022 è data lontanissima alle condizioni strutturali dell’Ente comunale. Urge immettere forze nuove nella dotazione organica del nostro Comune; abbassare l’età media dei lavoratori è essenziale per assicurare che la macchina comunale possa essere all’altezza di rispondere con maggiori capacità alle domande di servizi che vengono dai cittadini; nuova manodopera qualificata consentirà al Comune di snellire e velocizzare procedure e meccanismi di funzionamento. Intere categorie funzionali sono sparite: vanno rimpiazzate con estrema urgenza, per impedire un continuo ricorso ai comandi e ai distacchi, per fermare il percorso di esternalizzazione dei servizi comunali, per assicurare che la macchina amministrativa comunale cammini e dia risposte in tempi celeri. Occorre, inoltre, avviare le procedure atte alla riqualificazione del personale interno, al fine valorizzare le professionalità e le esperienze acquisite nel corso degli anni.
Sfidiamo l’Amministrazione De Luca a incardinare non nel 2022 – data chimera, Eldorado che sembra vicino ma inganna … – ma da subito tutte le misure necessarie ad avviare un grande piano di assunzione nei ranghi dell’Ente comunale. L’obiettivo è di arrivare a coprire almeno l’80% del fabbisogno di personale di cui il Comune di Messina necessiterebbe già da diversi anni: sono circa 450 dipendenti da assumere in tempi strettissimi. La città non può più attendere. Inoltre, i cittadini meritevoli (ovvero in condizione di dare con il loro lavoro un pratico contributo alla rinascita della nostra città) hanno il legittimo diritto di misurarsi in un concorso pubblico per accedere ai posti della pubblica amministrazione. Proseguire con queste risorse e con queste dotazioni di personale compromette irrimediabilmente la qualità dell’azione amministrativa, ed è un fatto che nessuno, né la Giunta, né il Consiglio Comunale, possono consentire.
I Consiglieri Comunale
Felice Calabrò
Gaetano Gennaro
Alessandro Russo
Antonella Russo