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Crisi e Covid – Lo Stato che non c’è stato: crollano i consumi delle famiglie del 30%

- 22/06/2020
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Misure del Governo ed economia reale. Per la maggior parte interventi di “rimbalzo” che non hanno messo denaro contante nelle tasche degli italiani. Sgravi fiscali spesso insussistenti o a favore di chi i soldi già ce li ha, sgravi Irpef su redditi già falcidiati dalla crisi e dalla chiusura, bollette, rate, mutui, canoni di affitto che, loro si, non hanno “chiuso” mai ed hanno continuato a tagliare i redditi già appesantiti delle famiglie. La crisi già c’era, oggi sta diventando insostenibile.

A maggio, così, nonostante l’allentamento delle misure per il contenimento della pandemia e la graduale ripresa delle attività, la domanda delle famiglie ha stentato a trovare la strada per un rapido recupero. Nel confronto annuo l’indicatore dei consumi (Icc) di Confcommercio segnala un calo del 29,4%, dato meno negativo se confrontato con il -47% di aprile, ma che conferma “grandi difficoltà soprattutto per i servizi legati alla fruizione del tempo libero”.

Anche nel mese di maggio sono pochi i segmenti che registrano un segno positivo: l’alimentazione domestica, le comunicazioni e l’energia sono tra i pochi settori i cui consumi sono sopra i livelli di un anno fa. Per molti segmenti non solo il recupero è modesto quanto, soprattutto, denso di incognite sul futuro prossimo, come nel caso della domanda di autovetture, dei consumi presso bar e ristoranti, dei trasporti e di tutta l’area legata al turismo ed allo svolgimento di attività d’intrattenimento e relazione.

Sulla velocità della ripartenza e sul suo consolidamento si gioca il futuro del Paese – scrive Confcommercio – non bisogna trascurare i pericoli connessi all’avvio di un possibile corto circuito depressivo”. Il disagio sociale, misurato sulla base del Misery Index Confcommercio (Mic), ha conosciuto un’esplosione nel mese di aprile, legata al deciso deterioramento delle condizioni del mondo del lavoro, dipendente e autonomo. Aspettative pesantemente negative su questo versante minano la fiducia delle famiglie, spingendole ad atteggiamenti ancora piu’ prudenti nei confronti del consumo, con il pericolo di frenare il recupero. La progressiva ripresa delle attività e l’attenuarsi delle limitazioni nella mobilità delle persone hanno determinato, nell’ultimo mese, un contenuto recupero della domanda.

L’indicatore dei consumi registra, nel confronto annuo, un calo del 29,4%, dato che segue il -47% di aprile. Nel complesso degli ultimi tre mesi, si rileva, nel confronto con lo stesso periodo del 2019, una riduzione del 36,4% dei consumi, dato che si riuscirà a recuperare solo in parte nei prossimi mesi. Particolarmente difficile continua a risultare la situazione per la domanda di servizi, soprattutto per quelli legati alla fruizione del tempo libero.

Nel confronto tra maggio 2020 e lo stesso mese del 2019 i trend, pur confermandosi molto negativi per la quasi totalità degli aggregati, evidenziano alcuni timidi tentativi di recupero per alcuni segmenti. Al di là della conferma di un’evoluzione positiva per l’alimentazione domestica, per le comunicazioni e per altri servizi legati a una maggiore presenza in casa, segnali favorevoli si registrano per la domanda di elettrodomestici, tv e altri apparecchi. Allo stesso tempo un moderato recupero ha interessato l’abbigliamento e le calzature, i mobili ed i prodotti tessili per la casa ed i giochi e gli articoli per il tempo libero. Per le autovetture il dato meno negativo di maggio va letto con cautela, in quanto nel mese sono state effettuate consegne di ordini effettuati a gennaio e febbraio. (FONTE AGI)