Messina, 13 febbraio 2020
Maria Stella Gelmini arriva a Palazzo Zanca puntuale e viene accolta dal Vice Sindaco Mondello, ma l’emergenza nell’emergenza è già scoppiata a Camaro San Paolo, dove gli abitanti hanno bloccato la strada chiedendo che l’onorevole di Forza Italia, accompagnata da Matilde Siracusano e da Stefania Prestigiacomo, con la presenza di Nino Germanà, passi prima da loro. Tappa non prevista, sintomo di uno stato di disperazione che solo una drammatica “guerra dei poveri” può innescare. E così Mariastella Gelmini ed accompagnatori arrivano a San Paolo e l’onorevole comincia a toccare con mano la realtà, ben più drammatica delle foto.
Camaro San paolo si placa e la delegazione di Forza Italia si sposta a Fondo Fucile: una vera e propria favelas fatta di amianto al posto dei tetti, fogna a cielo aperto, spazzatura e topi “grandi come conigli”. Ecco la Messina delle baracche, quella che ha ben poco a che vedere con il terremoto del 1908, la città nascosta all’interno del salotto buono del centro, dimenticata almeno dal 1923, prima data di finanziamento per un risanamento che finora nessuno a mai visto, se non qualche segnale e qualche risultato confortante, solo grazie a questa Amministrazione comunale.
“Non si può far finta di non vedere, dice Maria Stella Gelmini ancora prima di addentrarsi nel dedalo di piccoli vicoli dell’ammasso di casette di Fondo Fucile, il Governo deve dichiarare subito lo stato di emergenza e nominare, possibilmente, una gestione del risanamento bipartisan, con la nomina di un commissario”. Una soluzione questa che va incontro a quella che l’onorevole Navarra del PD aveva già prospettato e presentato ieri. “Io credo questa situazione non sia rappresentativa del Mezzogiorno. Abbiamo bisogno di riaccendere la fiducia e la speranza. Che fiducia possono avere questi cittadini nello Stato? Dunque è necessario che ognuno di noi faccia umilmente la propria parte. Forza Italia c’è ed è pronta a lavorare con tutti. Abbiamo già presentato una proposta di Legge Speciale che porti non solo fondi per risolvere il problema ma che inneschi anche e soprattutto quel meccanismo di inclusione. Perché questo è un problema di inclusione sociale” ha concluso la Gelmini.
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