Spadafora (Me), 18 dicembre
Il Comune di Spadafora in affanno per i fallimentari dati dei bilanci consuntivi che hanno decretato solo per il 2017 un debito di 1.374.000 euro. Un buco enorme per una comunità di circa 5000 abitanti, quasi 275 euro pro capite per abitante, lattanti compresi.
E’ così che nel mese di ottobre il sindaco Tania Venuto aveva lanciato la “caccia all’evasore”, additando i cittadini non in regola con i tributi Imu, Tari e servizio idrico quasi come unici responsabili della voragine di debiti del palazzo comunale. Ferma restando la legittimità dell’azione di contrasto all’evasione che ogni comune in questo periodo di vacche magre per gli esigui trasferimenti regionali, sta intraprendendo, una domanda però resta tutta: come si è determinato il buco nero dei debiti del Comune di Spadafora? Di chi è la responsabilità?
Una domanda alla quale il Sindaco di Spadafora, più volte sollecitato dal gruppo di minoranza di Lillo Pistone, non ha mai risposto. Eppure, visto che ormai il conto lo pagheranno gli spadaforesi, sarebbe una giusta operazione “verità” ed anche doverosa da parte dell’Amministrazione Venuto, dare contezza delle responsabilità e delle modalità con le quali si è accumulato il debito.
Ma tornando all’evasione, non sembra che il mancato pagamento di Tari, Imu e servizio idrico sia un’abitudine accertata di recente e che si riferisca a pochi anni. Perché, allora, l’amministrazione precedente (in carica per dieci anni, dei quali per gli ultimi cinque la stessa Tania Venuto era vicesindaco in carica) non ha accertato e provveduto a contestare PRIMA i mancati pagamenti ai cittadini inadempienti? Perché si è atteso OGGI per lanciare la guerra all’evasore? Giusta la lotta all’evasione, ma anche il riconoscimento delle responsabilità, dunque. Almeno perché i cittadini, quelli che hanno sempre pagato, sappiano di chi è la colpa della situazione di deficit attuale, che non è solo dei concittadini inadempienti.