voce di Sicilia
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ATM conferma: non uno ma due ammanchi, stesso dipendente per un totale di 13mila e 99 euro. “Sciacallo” chi ha chiesto si facesse chiarezza?

La questione non è più una voce ma assurge a notizia confermata dalla stessa Presidente. Se non fosse stato per noi “sciacalli”, come si è inizialmente tentato di definirci in sede di conferenza stampa, quando sarebbe venuta a conoscenza dell’opinione pubblica e dei cittadini?

Sono due gli ammanchi intercettati in ATM la cui direzione oggi ne conferma l’esistenza. Si tratta di un primo ammanco di 3mila e 99 euro perpetrato nel periodo che va da luglio a dicembre 2024 ed un secondo ammanco di euro 10mila circa accertato nel periodo che va dal 2022 al 2024.

La Presidente Grillo conferma che la responsabilità della sottrazione di denaro pubblico derivante dallo sbigliettamento “è da imputare allo stesso dipendente“.

Pertanto la questione non è più una voce ma assurge a notizia confermata dalla stessa Presidente. E se non fosse stato per noi “sciacalli”, come si è inizialmente tentato di definirci in sede di conferenza stampa, quando sarebbe venuta a conoscenza dell’opinione pubblica e dei cittadini, che sono coloro che hanno conferito il denaro per il servizio ATM? Sarebbe uscita forse solo oggi con la dovuta conferenza stampa? Di certo quel 27 dicembre, quando chiedemmo conferma ai sindacati della voce che proveniva da ATM circa ammanchi per somme che oggi trovano conferma, ATM avrebbe forse comunicato diversamente ed in altra sede quanto avvenuto.

Oggi la Presidente Grillo, che si è detta profondamente rammaricata per quanto non era mai accaduto in ATM, conferma la volontà di rivolgersi, adesso, alla Procura: “Abbiamo nominato un legale penalista” dichiara. Ma perché non si è provveduto a denunciare, come obbligo, quando si è avuto conferma della notizia di reato?

Ma come è potuto accadere? Il caso ATAC del 2013

Per la verità nel 2013 in ATAC, l’azienda trasporti del Comune di Roma, accadde che per una lunga serie di biglietti clonati, si accertarono ammanchi per milioni di euro in 10 anni. La vicenda venne scoperta da due giornalisti de La Repubblica, ma mai l’azienda si sognò di definirli “sciacalli”, semmai si rivolse nell’immediatezza alla Procura denunciando tutto quanto era accaduto e chiamando a corresponsabilità chi aveva il dovere di verificare e non lo fece.

AMMANCHI NON COMUNICATI AL CONSIGLIO COMUNALE

In ATM, ciò accade dopo un controllo a campione operato nel mese di novembre e che identifica l’ammanco di oltre 3 mila euro. Si è proceduto, così, a sospendere il dipendente per dieci giorni, ma a partire, molto probabilmente, da gennaio. A dicembre l’ammanco era stato contestato al dipendente infedele che lo ha ammesso con una missiva all’azienda, dolendosi del mal fatto e sottolineando che “la responsabilità” fosse solo sua. Un passaggio quello di assumersi l’unica e completa responsabilità che è rilevante e che verrà di certo approfondito in sede di indagini.

Quindi dipendente, a dicembre, non sospeso ma trasferito di ufficio (il commerciale quello in cui fino a quel momento) per poi essere posto in sospensione solo dal mese di gennaio. Perché?

Una vicenda, “delicata” come l’ha definita la presidente Grillo, ma anche scomoda, che ha per oggetto l’appropriazione di denaro pubblico e che, pertanto, doveva, essere immediatamente resa nota per primo al Comune di Messina ed al Consiglio Comunale, primo controllore di ATM. Ciò non avviene perché il consigliere comunale Alessandro Russo chiede più volte di sapere come stanno le cose, non ricevendo risposta!

Le cose si complicano quando ATM allarga i controlli e si accorge che quella di tremila euro non era l’unica appropriazione e che, anzi, ve n’era un’altra ben più rilevante di circa 10mila euro e per un periodo molto più lungo: si palesa, quindi, quasi un sistema di sottrazione continuato nel tempo. Tutta opera di un solo soggetto? Lo si accerterà in fase di indagini da parte della Magistratura.

Ecco che, dopo la nostra segnalazione scaturita nella richiesta pubblica di chiarimenti alla direzione di ATM, la vicenda diventa pubblica e solo oggi la Presidente Grillo comunica che procederà a denuncia con un proprio penalista.

IL SISTEMA DI SOTTRAZIONE

Il sistema di sottrazione, si apprende, avveniva dopo lo scarico delle due macchinette per l’acquisto del titolo di viaggio a bordo dei tram. Due persone sono quelle incaricate di aprire queste emittenti che adesso sono state eliminate: uno con una chiave magnetica e l’altro materialmente con una chiave a toppa. Il denaro raccolto, circa 300 euro ogni dieci giorni, veniva chiuso dentro buste etichettate che poi venivano poste all’interno di una cassaforte. Ad aprire la cassaforte ed a ritirare le buste con il denaro il dipendente in questione che aveva il compito di certificare che la somma contenuta fosse corrispondente a quanto scritto fuori dalla busta, per poi versare il denaro sul conto corrente di ATM. E’ qui che il dipendente del settore commerciale realizzava il falso manipolando lo scontrino, sottraendo parte del denaro, per poi procedere al versamento in banca: facile la verifica che è stata fatta semplicemente incrociando i dati con l’istituto bancario. Il dipendente in questione si era reso disponibile a restituire la somma ma solo quella relativa ai 3mila euro. E per i diecimila?

CHI E’ SCIACALLO?

Alla luce dei fatti confermati da ATM ci chiediamo chi è lo “sciacallo”? Chi porta alla luce o chi sottrae denaro pubblico? E chi tiene i fatti riservati?

LE MINACCE ALLA PRESIDENTE

A margine della conferenza abbiamo appreso che la Presidente Grillo sarebbe stata oggetto di minacce ed ingiurie, come riferisce lei stessa, a mezzo di una mail personale. Ciò dispiace ed alla Presidente confermiamo tutta la nostra solidarietà.

grillo