
A due settimane dall’elezione di Renato Schifani a Presidente della Regione Siciliana, De Luca Cateno, sconfitto, ma primo dei non eletti, tuonava contro il neo governatore appena insediatosi rimproverandogli un “immobilismo” nel settore dei rifiuti. Tanto da indire il “Munnizza day” con una conferenza stampa tenutasi a Palazzo dei Normanni il 18 ottobre del 2022. Allora il politicamente infuriato, ma anche “bruscato“, De Luca Cateno tuonò definendo Schifani un “ectoplasma”.
A seguire, nella stagione in cui il leader di Sud chiama Nord si dimenticò di avere ottenuto un risultato elettorale da capitalizzare, rapidamente sprecato, irrimediabilmente, cedendo invece a velleità nazionali dimostratesi infondate, gli insulti “politici” non si contarono con un crescendo irripetibile.
Ma il trasformismo, il “puttanesimo politico”, come lo definì, esagerando oltre ogni limite, lo stesso De Luca, evidentemente oggi per lui vale come strategia politica della quale può autoincensarsi lo stesso Sindaco di Taormina che ha dimostrato di saperla usare. Il “re non fa corna”.
Dopo l’annuncio criptico, utilizzando (irregolarmente?) una mail istituzionale, di una riunione indetta dal Sindaco della Città Metropolitana con la presenza di uno solo dei sindaci del territorio della provincia di Messina, dopo la pubblicazione di una locandina degna di un film del filone da cinepanettone, con tanto di “guest star” a partecipazione straordinaria, ecco che la convocazione istituzionale all’interno di locali di un Ente pubblico si trasforma in riunione politica dove a parlare non è il Sindaco Metropolitano di Messina, padrone di casa, ma il Sindaco di Taormina. La conferenza stampa indetta dalla Città Metropolitana di Messina è infatti indiscutibilmente diventata una riunione politica di un solo partito, anzi due vista la “partecipazione straordinaria” della guest star Renato Schifani. E tutto ha un fine: mettere in mostra il conclamato trasformismo di Sud chiama Nord (che va bene solo se lo fa De Luca) che gioca all’unisono nel campo della destra e della sinistra, ostentare il Presidente della Regione pubblicamente, ma anche e soprattutto piazzare l’ex ministra Castelli in un posto di comando, l’unico disponibile.

Mentre la Castelli, quindi, corona una carriera che da ex ministro di Governo si ritrova oggi capo di gabinetto di una città metropolitana, mentre l’unico e residuo deputato di Sud chiama Nord, in attesa di rientrare al suo incarico di assessore comunale a Villafranca Tirrena, assiste anche un po’ attonito (inconsapevole?) al “botto finale” di una giornata particolare, unica nel suo genere in Italia, ecco che si concretizza il vero obiettivo di una conferenza stampa che avrebbe dovuto indirla Sud chiama Nord e non certo la Città Metropolitana. Così da un lato il Sindaco di Taormina dimostra la propria conveniente apertura alla maggioranza di governo in Sicilia, ottima mossa dopo anni di isolamento politico, dall’altro lato si conclude l’operazione “ITALIA” di Sud chiama Nord con il richiamo a casa di chi avrebbe dovuto creare i presupposti per un futuro nazionale del movimento dell’ex sindaco di Messina. Politica nazionale, quindi, game over. “Nulla osta” di Schifani? Probabilmente si semplicemente fatto i fatti suoi.
Dato politico finale? Messina si conferma, nel silenzio generale, ancora una volta terra di conquista silente e inerte. Quindi tutto può ancora continuare ed accadere.
