Gli interrogativi che si pongono apprendendo della MOLE imponente di acqua quindi giunta in città, possono essere condensati in uno solo: dov’è finita tutta quest’acqua?
Dopo un’estate senz’acqua nelle case dei messinesi, con autobotti che correvano da un punto all’altro della città, anche con liquido non sempre cristallino, con manometri attaccati alle case, dato che è incontestabile il fatto che ancora oggi, la “normalità” della fornitura idrica a Messina non si è ancora avuta, sorprende che i tanto richiesti dati effettivi e ufficiali della fornitura di acqua da Siciliacque ad Amam debbano leggersi solo sul quotidiano locale e che nessun comunicato sia stato divulgato dal Comune di Messina, né dalla società incaricata della gestione idrica della sola città dello Stretto.
I dati che si apprendono, così, da Gazzetta del Sud sono tutt’altro che confortanti, anzi, tutt’altro che da trattare in tono “sminuendo”, come, invece, lo sono stati da chi è stato incaricato di divulgarli, liquidando frettolosamente come “vulgata” mesi di penuria d’acqua e di famiglie costrette a cambiare le proprie abitudini di vita per sopravvivere ad una delle peggiori crisi idrica sopportate dai messinesi. Definire “vulgata” il fatto incontestabile che 1000 litri/secondo ricevuti dal Fiumefreddo, ai quali vanno aggiunti, secondo i dati che si apprendono oggi, 121.400 arrivati da Siciliacque (154.330 totali di cui 32.890 da Messina a Taormina), non siano bastati a provvedere alle esigenze della città di Messina, è quanto meno sbrigativo e strumentale. E di certo non passerà inosservato, né sopportato da chi si è sobbarcato i disagi quotidiani della penuria idrica di quest’estate.
DOVE E’ FINITA TUTTA QUELL’ACQUA?
Gli interrogativi che si pongono apprendendo della MOLE imponente di acqua quindi giunta in città, possono essere condensati in uno solo: dov’è finita tutta quest’acqua? Di certo non tutta nelle case dei cittadini. Certamente non basterà dire che “la rete è colabrodo” (anche questa è vulgata?) perché se si fosse perduta tra le perdite della rete Messina galleggerebbe letteralmente sull’acqua.
Ma allora? Se tanta acqua è così arrivata in città, dobbiamo necessariamente chiederci perché il Sindaco di Messina Federico Basile e l’Amam hanno chiesto a luglio ancora più acqua a Siciliacque (che gli ha risposto picche) e poi anche alla Bufardo Torrerossa? Perché nella IV commissione regionale Ambiente numero 110 del 16 ottobre “Audizione in merito all’emergenza idrica, con particolare riguardo alla richiesta avanzata dal Comune di Messina di potersi avvalere di maggiori quantitativi di acqua ad uso idropotabile dal sistema di pozzi e gallerie denominato Bufardo-Torrerossa .”, come lo stesso oggetto della seduta dichiara, Messina ha chiesto ancora più acqua? E perché ad oggi non sono ancora stati resi pubblici i sommari di quella seduta in cui i vertici dell’amministrazione comunale di Messina chiedevano il perché non fosse stata concessa altra acqua? Risulterebbe, infatti, che proprio in quella seduta sarebbe stata contestata dalla Regione la procedura di sanzionamento alla città di Messina per aver sforato la quantità d’acqua prevista dalla convenzione. Ovvero Messina aveva già ricevuto dal Bufardo Torrerossa molta più acqua di quella che avrebbe dovuto ricevere! Ma è solo una suggestione visto che, ribadiamo, ad oggi non sono ancora pubblici quei sommari in cui risulta questo richiamo della Regione all’amministrazione messinese.
CHI LA PAGHERA’ TUTTA QUEST’ACQUA?
In ultimo: chi pagherà tutta quest’acqua in più, arrivata da Siciliacque (che ha un costo superiore a quella del Fiumefreddo) che non si sa che fine abbia fatto? Di certo quell’acqua la pagheranno i messinesi che non l’hanno ricevuta dai rubinetti, ma con autobotti da ricercare, conquistare e che, spesso, dovevano anche essere supplicate perché arrivassero. Mentre l’acqua nelle case arrivava per meno di un’ora e mezza al giorno, mentre a Taormina si lavavano le strade e la crisi idrica, per il primo anno, non si è mai affacciata nelle case e nelle strutture ricettive taorminesi!
E, infine, è lecito chiedersi quanto e se Taormina ha pagato per quel “vettoriamento” che non esiste neanche nella lingua italiana, per una quantità di acqua più costosa che non è certo stata “infinitesimale” come si voleva far credere. Ma a Messina tutto è possibile ed a qualcuno tutto sembra sia consentito, anche immettere acqua non certificata dall’ASP e sulla cui potabilità da settembre a oggi non vi è alcuna certezza.