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Bankitalia, in Sicilia Pil cresce più che nel resto d’Italia

- 07/11/2024
denaro

In calo tasso disoccupazione è al 14,1%,cresce +4,3% occupazione

Più luci che ombre per l’economia in Sicilia nei primi sei mesi di quest’anno.

Il Pil è cresciuto di circa un punto percentuale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente con una variazione superiore alla media nazionale e del Sud.

Pur beneficiando dello stimolo del Pnrr, la quota di imprese che ha rivisto al ribasso i programmi di investimento ha prevalso su chi ha investito più del previsto.
Bene il mercato del lavoro, l’occupazione è aumentata in misura superiore alla media nazionale: 4,3 per cento a fronte di incrementi pari al 2,5 e all’1,5 per cento rispettivamente nel Mezzogiorno e nella media nazionale. Si è ridotto il tasso di disoccupazione, 14,1 per cento, che però si mantiene più alto della media del Sud (13,3%) e il doppio di quella nazionale (7,2%). I dati emergono dal bollettino di aggiornamento congiunturale della Banca d’Italia sull’economia in Sicilia, presentato oggi a Palermo.
L’attività delle imprese delle costruzioni è aumentata, sostenuta dalla realizzazione delle opere pubbliche bandite negli anni recenti. Nonostante il rallentamento dei consumi e delle presenze turistiche, l’andamento del terziario si è mantenuto positivo. Nel complesso le aziende con fatturato in aumento hanno prevalso su quelle che ne hanno subito una riduzione e la redditività è rimasta positiva per la maggior parte delle imprese. Un’attività di investimento ancora contenuta, tassi di interesse su livelli elevati e una maggiore cautela da parte degli intermediari finanziari si sono riflessi in un calo dei prestiti al settore produttivo, soprattutto per le imprese di minori dimensioni e per quelle delle costruzioni.
Il tasso di attività è salito e, in presenza di una riduzione del numero di persone in cerca di occupazione, il tasso di disoccupazione è diminuito. L’espansione dell’occupazione si è riflessa in un incremento del reddito delle famiglie siciliane il cui potere d’acquisto, in una fase di inflazione contenuta, è tornato a salire. I consumi, valutati in termini reali, hanno registrato un’ulteriore decelerazione.
La crescita dei finanziamenti alle famiglie ha lievemente rallentato. Come nel 2023, le erogazioni di nuovi mutui si sono ridotte, risentendo del calo delle compravendite immobiliari; il credito al consumo ha invece continuato a crescere a ritmi vivaci.

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