L’orgoglio. E’ un sottile filo rosso che separa il fedele esecutore dalla marionetta. La politica è piena di burattini, spesso inconsapevoli, che nascono legati “a doppio filo” al patron di turno, e che eseguono gli ordini senza discutere, procurandosi il vantaggio oggetto dello scambio.
Ma i fili non sempre reggono burattini senza orgoglio.
A volte quel filo rosso non resiste alle sollecitazioni crescenti e si sfilaccia, fino a rompersi. E’ allora che il sottile confine tra esecutore e marionetta diventa sormontabile. Solo l’orgoglio, se eseguendo lo si conserva, la dignità, consente di non diventare burattini.
Orgoglio e dignità, valori che spesso in politica restano solo parole, senza valore. Così quando un amministratore pubblico, qualunque ruolo ricopra, accetta il “patto” e si consegna al diktat ed esegue ordini su ordini, fino alla propria autodistruzione, quel che perde non è il ruolo, la poltrona, l’incarico, ma la propria dignità.
La divisa consente di discutere l’ordine militare nel caso di ordini contrari alla legge. Lo stesso dovrebbe valere in politica. E ciò di cui si sostanzia questo valore è proprio la dignità.
Pertanto c’è un momento in cui anche il “legato a doppio filo” deve accorgersi che oltre un dato punto non si può andare e che, per orgoglio e dignità, è necessario fermarsi e tagliare i fili. A tutti i costi. E basta un solo “burattino” che si ribelli.
Anche perché è facilissimo trasformare le marionette in impiccati. Le corde ci sono già.