L’inchiesta che coinvolse l’allora non ancora assessore del Comune di Messina, Massimo Finocchiaro, nasce da quella del 2017 che, a seguito delle minacce proferite dall’allora deputato regionale Mimmo Fazio all’indirizzo della dottoressa Dorotea Piazza, dirigente regionale, con le sue denunce di anomalie nella gestione dei bandi per il trasporto nelle isole minori, accese i riflettori sull’armatore Ettore Morace, patron di Ustica Lines, oggi Liberty Lines, incaricata del collegamento con le isole minori.
Secondo l’accusa sarebbe stato lui, Morace, il “creatore di un vero sistema di corruzione”, il “sistema Trapani”, come venne definito, nel quale sarebbero “caduti” anche l’allora Presidente della Regione Rosario Crocetta ed il suo braccio destro e imprenditore messinese Massimo Finocchiaro. Un sistema fatto di soldi, regali e rolex ai politici.
L’avviso di conclusione indagine arriva agli indagati l’8 novembre del 2019. L’armatore era stato posto agli arresti nel 2017 con l’accusa di corruzione e ai domiciliari l’allora candidato sindaco di Trapani Mimmo Fazio (condannato in primo grado a quattro anni e mezzo, adesso in appello) già deputato regionale del gruppo misto e vice presidente dell’antimafia regionale, sindaco di Trapani dal 2001 al 2012, ed il consulente della Regione Giuseppe Montalto.
Nello stesso momento i carabinieri avevano recapitato un avviso di garanzia a Massimo Finocchiaro, all’epoca oltre che imprenditore anche presidente di AST. Finocchiaro titolare della IMES che vende prodotti per l’edilizia in via La Farina a Messina, dopo una lunga militanza in AN, dopo la sua vicinanza all’onorevole Carmelo Briguglio, passò al Megafono di Crocetta divenendo il più fidato collaboratore dell’allora Presidente della Regione.
Finocchiaro, in campagna elettorale, organizzò una festa presso l’Hotel messinese a capo Peloro, per i sostenitori ed i simpatizzanti di Crocetta, durante la quale sarebbe avvenuto il pagamento di un contributo di 5.000 euro in favore di Crocetta.
Finocchiaro, a seguito del suo coinvolgimento nell’inchiesta, dichiarò “Sono sereno, non so perché sono finito nell’inchiesta. Ho solo organizzato una festa a Messina per Riparte Sicilia. C’è chi ha dato contributi di 30, 50 o 100 euro tutto registrato. Morace ha versato 5 mila euro. Tutto nella massima trasparenza”. Dello stesso tenore furono le dichiarazioni di Crocetta: “Sono il primo presidente della Regione che prende una tangente con un bonifico. Mi autoproclamo il primo presidente coglione della Regione Siciliana”, disse. Ma il “sistema Trapani” avrebbe consentito all’armatore di Liberty Lines di riscuotere contributi pubblici di oltre 50 milioni di euro l’anno.
Crocetta è chiamato in causa a proposito dei bandi per l’assegnazione delle tratte sociali sulle rotte per le isole minori siciliane che sarebbero stati fatti assecondando i voleri dell’armatore Morace e andando contro pareri di dirigenti regionali come la dott. Dorotea Piazza, minacciata dall’on. Fazio e le cui dichiarazioni hanno dato il via alle indagini. Finocchiaro compare in due intercettazioni di Morace, impegnato a bloccare la nomina nella commissione trasporti dell’Ars dell’ex dipendente Siremar Giuseppe Prestigiacomo. “Non sono indagato per la vicenda del consulente”, precisò in una nota ufficiale Finocchiaro. “Non voglio dire altro per via delle indagini in corso, ma sono stato chiamato a riferire su altri fatti”.
Dopo le richieste di condanna a sette anni per Crocetta ed a sei anni e sei mesi per Finocchiaro e Morace, ad ottobre sarà la volta dei legali delle difese, Vincenzo Lo Re, Giovanni Di Benedetto, Marcello Montalbano e Nunzio Rosso.