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Canile municipale Messina: dopo la perdita dei fondi si procede all’affidamento esterno. Quando Schepis ed altri consiglieri accusarono Minutoli di “deportazione”

- 28/08/2024
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Il Comune di Messina pubblica la procedura di affidamento con il criterio dell’offerta più vantaggiosa del servizio di canile comunale. L’obiettivo è quello di affidarlo ad un soggetto esterno con una base d’asta di 1.576.800 euro e per un valore complessivo di 1.839.600 euro. E’ così che il Comune di Messina, protagonista l’assessore comunale al benessere degli animali, Massimiliano Minutoli, dopo alterne vicende che non hanno consentito di creare un canile municipale, perviene alla decisione di provvedere esternamente. Nella relazione tecnica che accompagna il bando di affidamento si parla della auspicata creazione di un “rifugio sanitario mediante project financing”. Un progetto che fu presentato con un avviso esplorativo il 21 aprile del 2023 per manifestazione di interesse e proposte mirate alla costruzione e gestione di un rifugio destinato al ricovero di cani e gatti con annesso rifugio sanitario comunale . Il progetto di co financing doveva rientrare nel PIAO 2023-2025, “Individuazione e contestuale assegnazione degli obiettivi esecutivi di performance generale di ente e di performance organizzativa da inserire nel redigendo Piano integrato di attività e organizzazione“. Da allora non se ne è saputo più nulla, se non, che il Comune di Messina in data 31 maggio di quest’anno ha ricevuto la REVOCA dei fondi ai fini della realizzazione del rifugio comunale, e il RECUPERO dell’acconto versato pari al 10% del contributo totale. Da qui la procedura per l’affidamento esterno.

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Nel 2020 si parlò di “deportazione degli animali” di cui fu accusato l’assessore Minutoli per l’intenzione di trasferire i cani ed i gatti randagi messinesi presso una struttura di Taurianova. Gli allora consiglieri comunali Giuseppe Schepis, Dino Bramanti, Giovanni Scavello della Lega e Giovanni Caruso “Bramanti Sindaco”ed anche i Consiglieri di Circoscrizione Nunzio Signorino e Giuseppe Cucinotta, si scagliarono contro Minutoli rammentandogli che “L’aggiudicazione della gara per l’affidamento degli animali, non è altro che la conclusione di una vicenda stucchevole. Nonostante siano state diverse le proteste delle associazioni animaliste e nel corso del tempo siano stati annullati tre bandi, gli oltre 100 cani randagi, di cui il comune dì Messina è proprietario, dovranno, nostro malgrado, essere trasferiti oltre stretto. Il canile dove saranno ospitati è quello di Taurianova, già commissariato per mafia…Tutto ciò, non fa altro che dimostrare la scarsa attenzione del fenomeno dei cani randagi. Sin dall’insediamento di questa Amministrazione ha prevalso una gestione farraginosa che ha sempre girato attorno al problema, provvedendo semplicemente ad affidare tramite bandi di gara il “servizio di ricovero”. Insomma l’Amministrazione ha solo cercato di “tamponare” il problema senza mai mettere in campo la progettualità necessaria. Questa sconfitta deriva anche dal mancato coinvolgimento delle associazioni dei volontari e di tutti coloro i quali hanno a cuore le sorti degli animali. Il tutto viene aggravato dal fatto che il governo ha stanziato oltre 1milione di euro per la realizzazione di un canile comunale. Pertanto, gli scriventi, chiedono che queste deportazioni oltre stretto dei cani possano essere bloccate al fine di rivedere le determinazioni assunte da parte di codesta Amministrazione”.

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