
Nota Segreteria Comunale DC Messina – Pippo Previti
ACQUA CHETA. L’acqua cheta, capolavoro di Augusto Novelli, opera teatrale rappresentata per la prima volta nel gennaio del 1908, ci fa venire alla mente un’acqua tranquilla, che scorre lenta ma inesauribile.
Nessuno poteva mai immaginare che da acqua cheta ad acqua mai il passo fosse cosi breve. Eppure dopo l’aria, l’acqua è certamente il secondo elemento di cui l’esere umano non può fare a meno.
NATURA AMICA. Ma come è possibile che pur essendo il nostro pianeta composto per il 75% da acqua di oceani, mari, fiumi e laghi si rischi oggi di morire di sete. Non è la natura la nostra avversaria, ma sono i paradossi dell’uomo, che magari spende miliardi per andare in pianeti o galassie sconosciuti alla ricerca di una vita possibile, mentre qui si lascia morire quella vera, che già esiste e grida soccorso.
PRIVATIZZAZIONE. Privatizzare l’acqua è stato un grosso errore. E ancora oggi si persegue un modello privatistico con Messinacque s.p.a. Ci sono società, anche in Sicilia, penso a Siciliacque, composta per il 75% da privati come Idrosicilia ( controllata a sua volta da Italgas s.p.a.), con sede a Milano e per il restante 25% dalla Regione Sicilia che gestiscono impianti, dighe, pozzi e l’acqua di fiumi come l’Alcantara.
REFERENDUM. Ma nonostante ventisei milioni di cittadini italiani nel referendum del 12 e 13 giugno del 2011, stabilirono che sull’acqua non ci doveva essere più alcun profitto, si persiste sulla stessa strada con la costituzione di una nuova S.p.a. dove il privato, per statuto, non persegue il “bene comune” ma solo il suo. Altri salassi per i contribuenti. Prepariamoci al peggio.
DESERTIFICAZIONE. Ma se nel 2030 un terzo della Sicilia sarà un deserto come sostiene CHRISTIAN MULDER, professore di ecologia ed energia climatica presso l’Università di Catania, in un’intervista rilasciata alla rivista THE GUARDIAN, cosa bisogna fare – da subito – in questi sei anni che ci rimangono? Tutta la Sicilia in questi mesi sta mostrando tutta la sua vulnerabilità e Messina non è esente da criticità. Molte zone e in archi temporali sempre più vasti, rimangono prive di acqua. E la situazione, oggi già grave per la mancanza di pioggie e di neve, soprattutto sull’Etna, si presume sarà ancora più nefesta nel 2025, se non si adoteranno gli opprtuni provvedimenti.
FIUMEFREDDO. Le due condotte da cui ci approvvigioniamo, il Bufardo e il Torrerossa del Fiumefreddo sono sotto la loro portata, per i motivi anzidetti. Il contratto per la fornitura d’acqua dall’Alcantara, ci risulta sia stato rescisso a causa dei costi elevati, già qualche anno fa.
Ma già nel mese di gennaio del 2019, l’allora Presidente dell’AMA dichiarava che l’acqua non sarebbe mancata e si stavano facendo massicci investimenti con nuove perforazioni nei torrenti di Nisi e Savoca. (Gazzetta del Sud del 25.1.2019) La previsione era di avere entro i prossimi tre anni (nel 2022!) l’acqua 24 ore al giorno. Previsioni tutt’altro che rosee.
MONTESANTO. Bene l’aumento della portata del serbatoio del Montesanto 2. Mentre i lavori annunciati in pompa magna nel mese di febbraio di quest’anno, per il completamento del serbatoio Montesanto 1 non si sa che fine hanno fatto. E da un sopralluogo effettuato personalmente qualche settimana fa di operai al lavoro non se ne trovava nemmeno uno.
Si raccontava che con i fondi già stanziati venivano completate due delle quattro vasche, ciascuno di 2500 metri cubi. Mentre per le altre due si aspettava il finanziamento i cui progetti erano già stati già approvati. Si parla di vasche allocate dentro lo stesso serbatoio. Questo serbatoio dovrebbe accogliere l’acqua proveniente dagli acquedotti di Fiumefreddo, Santissima e Alcantara. Ma si apprende dai giornali che il collegamento con l’Alcantara non può avvenire in quanto mancano circa 400 metri di condotta necessari allo scopo. Che il comune ha manifestato l’interesse a realizzarla ma che la società gestore Siciliacque si oppone. Perchè? E perchè non può realizzala la stessa Società? La stesse diminuzione della portata dell’Alcantara non giustifica tali comportamenti. La città ha bisogno della piena funzionalità di questi immensi serbatoi.
DISSALATORI. Si è fatta una semplice manifestazione d’interesse senza specificare i metri cubi richiesti. Ma questo non rappresenta un problema. Si può definire nella fase successiva. Ci sono professionisti e imprese con vaste esperienze sia negli Emirati Arabi che in altre regioni del nord Africa che in soli 5 mesi sono in grado di realizzare i dissalatori che rappresentano certamente una soluzione definitiva al problema della mancanza dell’acqua. Possono essere realizzati anche in maniera mobile e spostarli all’occorrenza nelle zone ove si riscontrano maggiori difficolta nella rete di appovvigionamento e di distribuzione.
Pur apprezzando gli sforzi dell’Amministrazione riteniamo che essi non siano sufficienti a dare le giuste risposte al forte disagio dei Messinesi. Ridurre l’acqua che serve per approvvigionare gli agricoltori, già gravemente danneggiati dall’arsura, non risolve il problema, ma lo sposta in altre categorie.
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