Sarebbe stata a conduzione familiare la piazza di spaccio di droga – cocaina e marijuana – disarticolata dai carabinieri nell’operazione Tigre Reale’ a Giarre (Catania).
Al vertice vi sarebbero stati Maurizio Viscuso e Stefano Mario Sciacca, entrambi raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Le indagini hanno accertato la partecipazione all’organizzazione di spaccio anche dei figli di Maurizio Viscuso, Salvatore e Giuseppe – entrambi arrestati – e della moglie, Rosa Arcidiacono, la quale si sarebbe occupata di diffondere le direttive del marito agli altri appartenenti al gruppo. Nell’ambito dell’operazione i Carabinieri hanno notificato un avviso di conclusione indagini anche ad altri 16 indagati. Il gruppo avrebbe avuto anche il placet del clan Laudani di Piedimonte Etneo, nello specifico da parte di Antonio Di Mauro, figlio di Paolo, ‘responsabile’ dell’area di Giarre.
La rete di vedette sarebbe stata gestita da Rosa Arcidiacono, che si sarebbe occupata inoltre, in caso di momentanea assenza del marito e del figlio maggiore, di accogliere i corrieri e di ricevere la droga, provvedendo alla pesatura dello stupefacente, nonché aiutando nel successivo conteggio dei guadagni. Secondo l’accusa Giuseppe Viscuso si sarebbe occupato dell’attività di spaccio e del recupero crediti relativo ad alcune consegne di stupefacente, mentre Salvator, sarebbe stato l”alter ego’ del padre, che avrebbe accompagnato nelle trasferte per il carico dello stupefacente sia nel Giarrese che a Catania, e contrattato insieme a lui il prezzo del quantitativo di droga. Il fratello più grande avrebbe comunque mantenuto un ruolo ‘operativo’ provvedendo in prima persona al confezionamento e allo spaccio delle singole dosi di cocaina, trattando in prima persona con gli acquirenti, con la prerogativa di poter applicare eventuali sconti.
L’inchiesta della Procura di Catania avrebbe fatto luce anche sul pestaggio di uno spacciatore al dettaglio che nell’agosto del 2020, dopo essersi rifornito dall’emporio della droga dei Viscuso, avrebbe osato mettere in discussione la qualità e il taglio dello stupefacente.
Durante le indagini, durate dal settembre 2019 al giugno del 2021, i Carabinieri hanno arrestato 10 pusher per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, sequestrato oltre 1 kg di marijuana e 350 grammi di cocaina e mille euro in contanti.