Docce fredde negli spogliatoi dello stadio “Franco Scoglio” di Messina. E non è la prima volta. Cosa è accaduto nell’ultimo match casalingo contro il Crotone? Perché la caldaia non funzionava? Era guasta la caldaia, mancava una scheda, come fumosamente spiegato dall’infastidito assessore Massimo Finocchiaro? O mancava il gasolio che il Comune di Messina deve fornire fino ad un massimo di 11 mila euro? Di certo c’è che oltre il danno c’è stata anche la rabbia dei tifosi non solo per la multa da 3.500 euro che il Messina Calcio dovrà pagare ma soprattutto per la risposta dell’assessore Finocchiaro che, ancora probabilmente inebriato dalle notizie dei “grandi concerti” in arrivo, non solo non ha fornito chiare spiegazioni circa quanto accaduto alla ormai famosa caldaia, ma si è anche infastidito adducendo che le lamentele per la caldaia potrebbero essere dovute all’essersi “imbufaliti per le sconfitte” ironizzando sul fatto che probabilmente “si sentivano già in serie B”. Dichiarazioni rivolte alla squadra messinese che la dirigenza, i giocatori e i tifosi non hanno di certo apprezzato. Così a scusarsi con gli ospiti, il Crotone, è stata la dirigenza del Messina e solo loro. Non una parola di scuse invece da parte del Finocchiaro che ha ribadito il suo fastidio per il fatto di essere interpellato “per parlare di una caldaia” , che secondo lui “funziona, il tasto di accensione è stato spostato”, ma anche che “dopo gli allenamenti l’hanno lasciata accesa e gli ugelli si sono sporcati”, e ancora “la scheda deve essere sostituita”, e anche “la caldaia la sostituiremo a fine stagione”. Insomma la colpa secondo Finocchiaro è nell’ordina della squadra, del tecnico, della caldaia, del tasto di accensione, della sconfitta, degli ugelli, dei giornalisti che chiedono spiegazioni, ma mai la sua. Di certo i tifosi avranno tirato le somme ed il risultato è negativo.
