Abbiamo letto la replica a firma congiunta dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune e della Messina Social City in ordine alla questione dei pasti reperiti e consegnati dalla agenzia di pulizie Sogeman srl nel periodo che va da novembre a dicembre. Abbiamo preso il nostro giusto tempo per rispondere a tale replica in quanto abbiamo ritenuto utile effettuare una breve indagine di mercato che ha dimostrato come quanto replicato non è esattamente aderente a quel che è la realtà del settore.
Nel prendere atto che vi è una totale adesione tra l’amministrazione e l’azienda speciale sulla gestione di questa vicenda, ribadiamo che mancano ancora le risposte.
Sulla scelta dell’affidamento diretto, Comune e Società ammettono che non è la prima volta che lo fanno. Dichiarano infatti che la Social City “si è avvalsa del supporto specialistico di diverse aziende nel rispetto del principio di rotazione”.
Di rotazione in rotazione e di mese in mese, ci piacerebbe comprendere da quanto va avanti questa storia e perché la Società, invece di fare affidamenti per soglie minime, in attesa di una gara per un appalto pluriennale (come sarebbe giusto fare), non abbia privilegiato un affidamento per un periodo più lungo che avrebbe garantito anche maggiore qualità al servizio. Fermo restando che la regola prevede l’espletamento di una gara pubblica per la selezione dell’operatore a garanzia dei principi di trasparenza, efficienza ed economicità dell’azione pubblica.
I “COSTI MEDI”
“Altro elemento che appare necessario sottolineare – continua la nota – ai fini di una maggiore chiarezza è legato al costo medio dei pasti somministrati, che risulta essere in linea con i costi medi di analoghi servizi erogati sul territorio”. Così si legge nella replica della Messina Social City. Ci chiediamo se tali “costi medi di analoghi servizi” si riferiscono a bandi di lungo periodo o ad affidamenti diretti di poche settimane, perché nella logica del commercio i valori e l’economicità è molto diversa.
Evidenziamo inoltre che 4,2 euro è il prezzo di acquisto del pasto, ma non il suo valore. Intendiamo dire cioè che la Sogeman ha venduto “pasti caldi” al presso unitario di 4 euro, ricavandone un profitto. Ciò significa che quei pasti sono costati meno di 4 euro e sul loro valore è stato applicato il guadagno dalla Sogeman che li ha venduti alla Social city. In parole povere, povere come il pasto di Natale, non ritiene il Comune di Messina che la sua Azienda speciale possa fare di meglio per le persone povere e per gli ospiti di Casa Serena e le famiglie che occupano gli alloggi di transito? Noi pensiamo di si!
Questo nostro pensiero è ancora più fondato se consideriamo che la stessa Messina Social City per quanto riguarda il servizio di refezione scolastica pone una base d’asta di 5.10 euro più IVA a pasto. Anche perché, se di costo medio vogliamo parlare, in Italia è di euro 5.70 più IVA. Come ad esempio a Napoli.
SOGEMAN “RISTORAZIONE COLLETTIVA” MA SOLO COME “GESTIONE CATERING” NON COME PRODUTTORI
Inoltre, risulta chiarissimo che circa l’attività svolta da Sogeman che la stessa, seppur inserita nel Mercato Elettronico della Pubblica Amminisrazione con abilitazione all’area merceologica “Ristorazione collettiva” lo è, come da oggetto sociale, solo per la “gestione catering” che è ben diversa dalla preparazione dei cibi. Ciò si desume dal fatto che l’azienda in questione NON possiede una sede secondaria dove produce cibi e che NON possiede attestati HACCP per il trattamento degli alimenti. Pertanto la Sogeman può solo trattare cibi già imbustati e confezionati da altra azienda. Quale? Ecco cosa piacerebbe sapere.
E ADESSO? CHI STA PREPARANDO I CIBI PER MESSINA SOCIAL CITY?
E ancora, dato che, come abbiamo scritto, la Sogeman ha svolto questo servizio su affidamento diretto per 41 giorni che si sono conclusi il 31 dicembre scorso, e che non vi è evidenza nell’amministrazione trasparente di Messina Social City né di bandi né di affidamenti diretti ad altra azienda, CHI sta preparando attualmente i pasti per la società comunale?
QUERELE O RISPOSTE?
In ultimo lasciateci dire che minacciare la stampa di querela non solo non serve ad intimorire nessuno ma dimostra chiaramente quanto questa amministrazione sia allergica alle domande.
I fatti che abbiamo riportato sono confermati nella loro essenza oggettiva, quindi la notizia che abbiamo dato è vera. Su questa notizia ci siamo “permessi” di formulare alcune domande.
La volta scorsa siamo stati insultati (sciacalli e sciacalle), questa volta minacciati.
A noi non preoccupano le querele così come non ci feriscono gli insulti. Ci preoccupa, e molto, prendere atto che chi gestisce i servizi sociali in città fatica e non poco ad offrire le risposte alle tante domande che questa gestione sta sollevando, dalla gestione dei pasti agli alloggi di transito, senza dimenticare la vicenda di casa Serena ancora chiusa, dei tirocinanti delle aree di risanamento, e di tutte le altre questioni ancora aperte.
Per questo ci permettiamo di osservare che la Messina Social City farebbe bene, nel rispetto di dipendenti ed assistiti, a rispondere ai quesiti sgombrando il campo, senza inutili polemiche, dai tanti interrogativi che finiscono con intaccare la fiducia dei cittadini verso questa Società.
Restiamo in fiduciosa attesa di una risposta o di una querela, la scelta è della Messina Social City.
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