L’ordinanza che ogni anno viene promulgata dal Sindaco di Messina, così come in molte altre città, assume lo stesso valore delle cosiddette “urla manzoniane”. Quelle leggi cioè che vengono promulgate ma che nessuno le fa rispettare e che quindi non valgono nulla. Così a Messina la vendita di fuochi d’artificio, in modo anche illegale e irregolare, per strada, ha continuato ad essere una scellerata regola, così come anche i colpi di arma da fuoco, secchi e spaventosi, hanno risuonato in molti quartieri. Alla fine è rimasta una spessa coltre di fumo che ha coperto gran parte di Messina, mischiandosi ad una coltre di nebbia umida che dopo la mezzanotte si è diffusa in città. Un capodanno come gli altri, senza speranza alcuna di uno scatto di civiltà ed orgoglio che doveva essere garantito da una maggiore attenzione alla vendita di fuochi, botti, batterie e petardi con sequestri che nonostante lo sforzo immane delle Forze dell’Ordine non sono mai sufficienti. Grande attività di controllo e presenza proprio delle Forse dell’Ordine che come ogni anno garantiscono la sicurezza, soprattutto in piazza Duomo dove l’evento musicale ha raccolto molta gente. Tra cenoni, falò, musica e botti, questi ultimi forieri di disagio e malesseri per gli animali, si è conclusa anche la “pratica” della conclusione del 2023.
