
Messina, 30 novembre 2023. “Dopo anni di battaglie possiamo guardare con fiducia e maggiore grinta al futuro, nell’interesse delle donne vittime di violenza, delle gestanti o ragazze madri e dei loro bambini, che ospitiamo nella sede di via Mons. Bruno, e che rappresentano la nostra energia vitale. Per loro ci impegneremo a fare sempre di più garantendo servizi e maggiori opportunità di reinserimento sociale e professionale”. La soddisfazione della presidente del C.I.R.S. Casa Famiglia Maria Celeste Celi per l’acquisizione dell’immobile da parte della Città Metropolitana è immensa.


Cinque anni fa, nel 2018, la notizia che l’Ipab Collereale, proprietario dell’immobile, voleva sfrattarci e vendere la struttura.
“Fin dall’inizio- commenta la Presidente- ci siamo mobilitati per evitare che ciò accadesse, non solo per potere continuare a svolgere la nostra attività di servizio, ma anche perché non fossero tradite le aspettative di quel benefattore messinese che aveva donato il palazzo Ponti per fini sociali, destinandolo in particolare a donne e bambini. La città si è schierata al nostro fianco, con gli ordini professionali, le associazioni di categoria e i semplici cittadini, ma un apporto decisivo lo hanno dato l’allora sindaco Cateno De Luca e Federico Basile che era DG del Comune, prendendo in mano le redini della situazione e impegnandosi ad acquistare la struttura. L’impegno è stato poi ulteriormente assunto da Basile come sindaco ed oggi è stato mantenuto. La consideriamo una svolta storica- conclude Maria Celeste Celi- e non possiamo che ringraziare le due Amministrazioni a nome di tutte le donne vittime di violenza o in stato di disagio che ospitiamo e che ospiteremo in futuro nella casa famiglia, perché è stato garantito loro un sicuro rifugio ed un progetto di reinserimento”.

Nei prossimi giorni al C.I.R.S., alla presenza delle Autorità, verrà scoperta una targa, a testimonianza di come il passaggio dello stabile alla Città Metropolitana costituisca un importantissimo traguardo per poter continuare a garantire servizi essenziali a favore di donne e bambini fragili.
