L’isola pedonale del viale San Martino, tra PGTU e PUMS, questo ancora da approvare, tiene ancora banco. Ieri una rappresentanza di commercianti, con il presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Messina Sergio Papisca, Gaetano Sciacca e Nino Principato in rappresentanza civica e tecnica, hanno partecipato ad una intensa puntata del programma talk di TCF, “Malalingua”, durante il quale, forse per la prima volta, l’Amministrazione ed il mondo commerciale e professionale si sono confrontati su temi concreti e reali. Dalle farmacie del viale, pressocché irraggiungibili da chi è disabile o da chi ha difficoltà a deambulare, fino ai cali preoccupanti di fatturato, fino alla sicurezza ambientale delle scelte dell’amministrazione comunale in termini di pista ciclabile ma soprattutto dei parcheggi costruiti sugli alvei tombati dei fiumi che attraversano la città, sono stati i temi sui quali si è discusso con qualche deriva che poco aveva a che fare con argomenti così pressanti messi a confronto. Per l’Amministrazione un a tratti imbarazzato e a tratti divagante sindaco di Messina Federico Basile ed il vice sindaco, arroccatissimo, Salvatore Mondello.
La via del dialogo però si è aperta e sono emersi dati che hanno evidentemente sconcertato gli stessi sindaco e vice. Uno fra tutti quello, certificato, delle perdite che i commercianti dell’isola così com’è sul viale, stanno annotando sui loro registri corrispettivi. A sciorinarli uno dei rappresentanti dei commercianti, De Luca titolare di un noto negozio di abbigliamento del viale San Martino. “Stiamo registrando una perdita secca del 40% – ha affermato – numeri in calo per i quali riteniamo che la chiusura del viale influisca almeno per il 20%. Se continuiamo così chiuderemo molto presto”. “Se i commercianti chiudono che senso avrà l’isola sul viale San Martino” ha continuato Alfredo Miano commerciante del viale San Martino. Non dimenticando che le attività commerciali sul Viale occupano un numero rilevante di dipendenti che perderebbero il loro posto di lavoro.
“Assistiamo ancora oggi a scelte di questa Amministrazione che creano figli e figliastri – ha detto Sergio Papisca, Presidente dell’Ordine dei Farmacisti – la politica degli stalli per l’acquisto dei farmaci, nonostante siano stati non più previsti dal Nuovo Codice della Strada, continua a favorire alcuni a scapito di altri. Ed io devo risponderne ogni giorno a tutti i nostri iscritti. Sul viale la situazione è insostenibile perché i cordoli non consentono la fermata per l’acquisto di farmaci a chi non è in grado di deambulare o a chi deve caricare in macchina una pesante bombola di ossigeno”.
“Non è certo una scelta felice ed in linea con la filosofia delle isole pedonali di tante altre città, quella che ha chiuso il viale San Martino – ha detto Nino Principato, storico messinese – Il viale San Martino non offre di certo bellezze architettoniche, anzi tutt’altro, così come non ha monumenti di pregio. Allora perché chiudere questa importante via. Diversamente per la via dei Mille che di stabili di pregio ne possiede. inoltre i marciapiedi del viale sono molto larghi, circa 4 metri e mezzo ciascuno. Allora perché dovrei passeggiare sull’asfalto, così lontano dalle vetrine?”.
Inascoltato l’appello e la petizione firmata da 200 tra residenti e commercianti della parte di viale San Martino che va fino a villa Dante. Se il PUMS prevede che l’isola si estenderà fin lì, con la continuazione della pista ciclabile in ambedue i sensi, se i commercianti della zona sono allo stremo e già in difficoltà intrappolati tra asse tranviario, barriere e vie afferenti chiuse, lo saranno ancora di più con questa scelta. A nulla sono valse le richieste perorate dalla Terza Circoscrizione.
E poi c’è la questione pista ciclabile. “E’ quella che già esisteva” ha esordito il Sindaco di Messina. “Era non a norma prima e lo è ancora di più oggi – ha detto Principato – si tratta, infatti, di una pista in ‘sede propria’ pertanto con cordoli non a misura secondo quanto previsto dalla normativa, con pericoli derivanti dal traffico degli autobus limitrofi, con la canaletta per le acque piovane e le bocche di lupo che costituiscono un pericolo per chi la percorre. E inoltre la stessa larghezza della pista non corrisponde a quanto previsto dalla legge. E poi mancano le luci di segnalazione di inizio e fine cordolo“.
Per quanto riguarda i nuovi parcheggi realizzati a Messina dall’Amministrazione Basile, è intervenuto più volte Gaetano Sciacca: “Sono costruiti sugli alvei dei fiumi tombati. Aree dove già si parcheggiava e dove non bisognava più consentirlo e non di certo istituzionalizzare questo errore gravissimo. In caso di alluvione gli alvei si riempiranno di acqua inondando questi parcheggi e le auto faranno da ostacolo al defluire di volumi di acqua che, come si è visto già in Toscana, saranno sempre maggiori di stagione in stagione, di anno in anno“.
Mondello e Basile hanno ascoltato e ribadito che “la porta è sempre aperta” ma nessuna proposta o apertura concreta è stata offerta. “L’Amministrazione compie scelte discrezionali secondo la propria linea” ha sommariamente detto Basile e a chi dei commercianti gli ricordava che queste devono essere anche condivise, Basile ha ribadito l’esclusività delle scelte che è “solo di competenza dell’Amministrazione“. D’altronde se il cemento non è facile da rimuovere se non compiendo danni erariali, l’isola così com’è fa parte di scelte che sembrano inamovibili.
Di riempire l’isola del viale di attività e di discutere sui parcheggi delle vie limitrofe si potrà, fermo restando che i parcheggi di interscambio, come il viale Europa e “il fosso” sono sempre pieni e continueranno ad esserlo anche quando saranno a pagamento vista la proposta di abbonamento a soli 100 euro annui. I residenti ne faranno certamente incetta.
E chi dovrà trovare posto per le propria auto per recarsi sul viale? Probabilmente faticherà parecchio visto che con “ForestaMe” sono stati sottratti altri 500 posti auto nelle vie limitrofe. La scelta sarà allora di preferire i centri commerciali, che aggiunti ai siti internet, potrebbe davvero decretare la fine del commercio del centro e consegnare una strada desertificata che continuerà a chiamarsi viale San Martino.