Ancora ATM. E non in un periodo, diciamo così, “felice” per un’azienda che ha davvero compiuto qualche miracolo rispetto alla gestione del trasporto pubblico che ricordiamo prima del Sindaco De Luca e dell’avvento del presidente Campagna. “Miracoli” che però non sembrano siano condivisi da molti lavoratori e che possano estendersi ai rapporti interni tra direzione e base ed anche sindacati.
La vicenda dei licenziamenti di 5 apprendisti che sta infiammando il tavolo di contrattazione con i sindacati e che adesso ha come epilogo lo sciopero e la spaccatura tra il fronte maggioritario in termini di rappresentanza e le altre due sigle minoritarie, passa per il futuro, l’economia personale, la salute emotiva, insomma la vita di cinque persone, cinque lavoratori e le loro famiglie. Aspirazioni, aspettative, certezze che sono finite in un cestino senza nemmeno ricevere alcuna spiegazione se non un’insinuazione che ha fatto ancora più male del licenziamento stesso. Così il 7 novembre si va verso uno sciopero che è anche la prova del nove, la verifica della tenuta del nuovo fronte sindacale e di quella della linea dura della direzione. E’ la verifica del sistema Campagna stesso che con pugno di ferro ha sempre gestito la direzione di un’azienda che oggi, da quella ATM bad company, mai chiusa per la verità, e non fallita, ha condotto alla “vetrina” di mezzi, eventi, servizi e tanto denaro da essere il forziere dell’amministrazione Basile in tempo di piano di riequilibrio e che, con le strategie di mobilità messe in campo, rappresenta davvero l’ago della bilancia per la “nuova vivibilità” messinese che passa per la rivoluzione “mondelliana”.
Ma tornando ai sentimenti ed a quel che passa per la testa e per il cuore di chi, invece, è stato “scaricato” dall’azienda best company, giunge una lettera in redazione. Si tratta di uno scritto di uno dei cinque licenziati. Una lettera firmata ma che non riporteremo con nome e cognome al fine di tutelare l’ex lavoratore in tempi di lotta sindacale, e che pubblichiamo integralmente conservandone e condividendone tutta la sua dolorosa spontaneità. Una lettera che è anche un invito alla riflessione, un monito, uno strumento anche di auditing per un azienda che non vuol essere “trinariciuta“, per dirla con Guareschi.
LA LETTERA FIRMATA
“Scrivo a nome dei CINQUE.. Quei CINQUE fuori dai giochi. CINQUE famiglie distrutte senza alcun motivo e soprattutto senza reddito. Non vi fate rigirare … Lo SCIOPERO per loro è ancora un ANCORA di salvezza e oggi la palla passa a voi. Ricordo all’inizio quando siamo entrati.. È già successo in passato che, per qualche collega abbiamo scioperato e di certo non abbiamo guardato il colore sindacale, ma abbiamo visto la difficoltà vera e propria che ha avuto, e di certo nessuno di noi si è tirato indietro! Spero che oggi capiate che loro che sono stati licenziati e che hanno aspettato fino all’ultimo giorno una speranza. Non hanno rubato! Non hanno fatto nulla di tutto ciò! Eppure li hanno esclusi e senza alcuna motivazione.
Giorno 7 Novembre riflettete!!! Non vi fate abbindolare da nessuno, dico NESSUNO, tanto se vi devono fare soprusi, ve li faranno lo stesso… VEDESI LE LINEE.. VEDESI I TURNI MASSACRANTI, VEDESI ANOMALIE DELL’APPLICAZIONE.. VEDESI SOPRATTUTTO PER CHI PROVIENE DALLA VECCHIA AZIENDA LA DIFFERENZA A LIVELLO ANCHE ECONOMICO. CI HANNO MESSO CONTRO TUTTA LA COMUNITÀ (PASSEGGERI E NON). SIAMO NOI I CATTIVI DELLA SITUAZIONE!!! I VERI TRANVIERI DOVE SONO???! SIAMO NOI CHE PORTIAMO I RISULTATI. SIAMO NOI CHE FACCIAMO KM!! Per loro noi siamo quelli di serie “B”.
Ci HANNO trattato sempre come dei numeri… ma noi non siamo NUMERI, SIAMO PERSONE che tutti i giorni fanno sacrifici per portare avanti l’azienda dove lavoriamo, con dedizione e sacrificio. Siamo entrati con un concorso PUBBLICO, non come manifestava qualcuno in piazza che andava contro gli altri padri di famiglia degli ex interinali… ED oggi si trovano anche loro al nostro posto. L’hanno fatto anche con quei poveri colleghi anziani facendoli andare in pensione prima di arrivare ai contributi senza il loro consenso, li hanno costretti nella miseria senza un dignitoso stipendio, dopo aver vissuto periodi brutti passati lavorando e con STIPENDI che mai arrivavano per mesi e mesi… Adesso le cause che questi colleghi hanno avviato l’ATM le sta perdendo, una per una. E chi pagherà i danni?
Mi auguro oggi che comprendiate!!! Oggi lo sciopero non è del sindacato…. ma dei lavoratori. Pensateci bene, soprattutto voi prossimi colleghi ai quali scadrà il contratto… Ricordatevi che, con l’unione non vi toglieranno facilmente il posto di lavoro. Perché l’unione fa la forza. Ecco perché loro hanno diviso il fronte sindacale, perché a loro non piace l’UNIONE. Ma ricordatevi la LOTTA non è solo la loro, ma di TUTTI. Perché ATM NON È LA LORO MA È UNA SOCIETÀ CONTROLLATA INTERAMENTE DAL COMUNE DI MESSINA.
E poi il Consiglio comunale dovrebbe esprimersi in merito e farsi degli interrogativi… come fa un azienda PUBBLICA A FAR METTERE NERO SU BIANCO CHE 5 LAVORATORI HANNO SUPERATO l’apprendistato ma per motivi “X” (che non si sanno) non rinnovano il contratto????? Perchè, se non eravamo “adeguati” non sospenderci PRIMA? Perché attendere la fine dei tre anni? E poi, perché BEN TRE ANNI di apprendistato? Insomma dov’è la giustizia??? 5 Ragazzi che avevano fatto progetti, creato famiglia, sposati e qualcuno anche con figli… Perché tutto questo silenzio???? Perché non c’è una politica di opposizione in questa città? Dove sono finiti???? Spero tanto nelle istituzioni, che potranno aiutarci e capire soprattutto che adesso dovranno affrontare delle grosse spese giudiziali che pesano sulle loro spalle..”
Firmato nome e cognome, uno dei cinque licenziati da ATM senza alcuna motivazione ufficiale