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Terzo Memorial “Lorena Mangano” : dolore e gioia ma senza gran parte di Messina. Assenti i consiglieri di Quartiere. La Città deve crescere!

- 22/07/2019
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Messina, 22 luglio 2019 – di Giuseppe Bevacqua

Gli spalti del Despar Stadium di Bisconte erano pieni di dolore, emozione, ricordo e gioia al tempo stesso per il terzo Memorial “Lorena Mangano”. La solitudine dell’ergastolo del dolore a cui ogni famiglia delle vittime della strada è condannata si è ieri sciolto in lagrime, sorrisi ed applausi, in una manifestazione però di pochi spettatori, fatto questo che costituisce un marchio di insensibilità e di pochezza per la città di Messina e gran parte dei suoi abitanti.

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Non sfilavano modelle poco vestite ieri, non c’era la sagra della birra nè quella della focaccia. Non si mangiava gratis e non c’era il politico di turno che promette a piene mani assunzioni e favori. Non c’era il cantante di grido. Si parlava di memoria, dolore e speranza, ricordando le vittime di una vera e propria guerra stradale che per ultimi ha inghiottito Simone ed Alessio, i cuginetti di Vittoria ricordati ieri. C’erano le mamme di Lorena, di Ornella, di Andrea di Cristian e tante altre con il peso del proprio “dolore a vita” e contro natura sulle proprie spalle e nei loro occhi, riunitesi per ricordare, quindi, non solo i propri cari, ma tutti coloro che per l’insensibilità, appunto, e per la leggerezza di chi non rispetta le regole ha infranto il futuro di altri giovani in un attimo. Ieri c’era la voglia di cambiare le cose, di instillare il rispetto per l’altro, lo ha detto a chiare note Pina Cassaniti, presidente dell’associazione Familiari Vittime della strada. Ed è stato fatto con la Polizia di Stato presente con il vice questore dottor Niccolò D’angelo, che ha parlato appunto di sicurezza stradale e di come manchi proprio il Rispetto, con la “r” maiuscola, per la vita degli altri, e di come, ancora, tocchi sempre agli uomini della Polstrada dare la notizia più terribile a familiari che credono che “tanto capita sempre agli altri”. C’erano i Vigili del Fuoco che hanno giocato a calcio con il loro Gruppo Sportivo messinese, ma che soprattutto hanno raccontato di quante volte è toccato loro raccogliere le ultime parole da chi, vittima di un incidente stradale, era in fin di vita.

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Paolo Chillè

C’era il dottor Franco Previte, presidente di AVIS, che ha raccontato della lotta silenziosa e giornaliera per assicurare sangue a chi ha bisogno di interventi chirurgici, sangue donato senza il quale non si può entrare in sala operatoria. C’era l’associazione Donare è Vita di Gaetano Alessandro, solo eroe in una valle di tanti insensibili assenti, che ha sfidato ogni salotto buono della città dello Stretto, quella dei veri poteri forti che sono più che mai tali per chi è “fuori dal giro“, parlando di donazione degli organi, che ha organizzato un evento che è stato titanico per un uomo solo. C’era la sua Nazionale di calcio Donatori di Organi che si è distinta nel triangolare di ieri, al quale hanno partecipato anche le Glorie del calcio messinese .

Tutti eroi e vincitori. Soli ma uniti al dolore di chi è rimasto solo nella propria sciagura. C’era il dottore Antonio Levita, dirigente sanitario del Policlinico che ha voluto portare la sua testimonianza, c’era anche il dottor Francesco Puliatti anestesista e coordinatore per il Centro Trapianti di Palermo a Messina. C’era la famiglia di Lorena Mangano, costretta a soffrire e ad aggiungere dolore al dolore, soffocata da un’attesa di altri sei mesi per conoscere la decisione di una Cassazione che veramente poche volte ha deciso rinvii. C’era l’assessore allo Sport del Comune di Messina Pippo Scattareggia che si è “immolato” in campo giocando per oltre un’ora e che ha voluto essere presente al momento in cui “la memoria diventa bene comune per tutti”. C’era l’assessore ai servizi sociali Alessandra Calafiore, che ha voluto essere presente. C’era anche Cateno De Luca che ha preso forse una delle sue decisioni più commoventi e significative: donare al giovanissimo Paolo Chillè la prossima mensilità delle spettanze di Sindaco e Giunta. E c’era, infatti, Paolo Chillè, il giovane che a soli 27 anni sta sfidando ul suo “nemico dentro“, un sarcoma maligno che lo sta consumando e che per toglierselo dal corpo dovrà recarsi in America, a Houston, perchè in Italia “non possono operarmi“. Una frase che dobbiamo virgolettare perchè, dramma nel dramma, ad oggi nessuno dei medici italiani ha voluto prendersi la responsabilità di operarlo, così come neanche quella di mettere nero su bianco la propria incapacità. Eppure questo gesto varrebbe la metà della cifra astronomica di 600 mila euro necessari per l’intervento all’MD Anderson di Houston, grazie alla Legge Regionale “Ordile”. E sempre ieri sono stati raccolti oltre 600 euro tra i pochissimi spettatori. Una cifra straordinaria che srabbe stata certamente molto più utile se Messina si fosse presa la briga di partecipare all’evento, quella Messina che si commuove su Facebook, ma che di alzare il culo dalla sedia non ci pensa nemmeno.

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E poi c’ero anche io, a condurre la serata con una bravissima Helga Corrao. Ed ho (abbiamo) notato con amarezza le assenze. Non c’erano i consiglieri di quartiere. Neanche uno. Non c’erano i colleghi giornalisti. Non c’era una telecamera. Nessuno che documentasse un momento di crescita per la città che però non si è perduto. Messina deve però crescere e dare importanza a ciò che davvero merita importanza. Prima però bisogna che sia chiaro cosa vuol dire “importante“: lo è la vita dei propri cari, la sicurezza di poter tornare a casa, lo è la certezza che ci sia qualcuno che dona per tutelare le cure per la vita degli altri, la assoluta certezza della pena lo è quasi sopra ogni cosa, di modo che possa essere da deterrente ed esempio per il futuro per tutti e di insegnamento per i giovani. Anche perchè “gli altri” siamo noi.

Altro che Despar Stadium, il San Filippo si doveva riempire” ha detto il fotografo incaricato da Donare e Vita. Una grande verità a margine di una grande sconfitta. Su tutto e su tutti il sorriso di chi guardava da lassù.

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