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Inchiesta sul Paparado: la “longa manus” dell’ex onorevole Catalfamo ed il passaggio con “compenso” di Giovanni Bucalo alla Lega

- 04/07/2023
papardo

E’ una brutta pagina di “politica” piegata agli interessi personali quella che si legge dalle risultanze dell’ordinanza della Procura del Tribunale di Messina che ha portato alla misura degli arresti domiciliari per l’ex deputato regionale Antonio Catalfamo e per la dirigente dell’ospedale Papardo Francesca Paratore. Una vicenda che vede indagati anche altre due persone: l’avvocato Angelita Pinto ed il giornalista, addetto stampa proprio del Papardo, Santi Cautela. Una vicenda nella quale i risvolti fanno comprendere come strutture sanitarie vitali per la città di Messina diventano veri e propri strumenti di approvvigionamento di voti come avvenuto per le regionali e le amministrative dello scorso 2022.

IL PASSAGGIO DI GIOVANNI BUCALO DA FDI ALLA LEGA, CON “COMPENSO”

Il “passo falso” dell’ex onorevole Antonio Catalfamo, ex deputato regionale della Lega nella scorsa legislatura regionale, è stato quello di garantirsi il passaggio nelle file del suo partito proprio un consigliere di quartiere del territorio del popolare rione di Giostra. Un “cavallo di razza” politica con numeri invidiabili in termini di preferenze che storicamente lo hanno sempre tenuto in sella proprio nella circoscrizione in questione. Si tratta di Giovanni Bucalo, un “mister preferenze” che alle ultime amministrative ha ottenuto ben 676 voti che gli sono valsi la rielezione alla V circoscrizione del Comune di Messina. Un bacino elettorale al quale l’ex onorevole Antonio Catalfamo, oggi agli arresti domiciliari, evidentemente non voleva rinunciare anche a costo di piegare a proprio vantaggio la dirigenza dell’ospedale Papardo che avrebbe avuto, a suo dire, molto da ringraziare all’ex onorevole, tanto da dover accondiscendere alle richieste del politico in favore del consigliere Bucalo.

“OPERAZIONE BUCALO” E LE PRESSIONI SULLA DIRIGENZA DEL PAPARDO PER IL TRAMITE DELLA DOTTORESSA PARATORE

Un operazione, quella immaginata da Catalfamo, che avrebbe dovuto compensare illecitamente il passaggio di Giovanni Bucalo dalle file di Fratelli d’Italia alla Lega con l’assunzione presso la ditta di pulizie e sanificazione, la “Pulitori ed Affini S.P.A.”, che aveva in appalto proprio i servizi al Papardo. In questa “operazione” è essenziale il ruolo della dottoressa Paratore, dirigente medico dell’ospedale ed i rapporti con Mario Paino a capo della struttura e di Salvatore Munafò, che loro malgrado, sono costretti a subire le pressioni dell’ex deputato regionale in favore di Bucalo.

Il ruolo della Paratore viene descritto così dalla Procura di Messina: “Il consolidato vincolo di cointeressenza illecita” tra la dottoressa Paratore e l’ex deputato, scrive il Gip Leanzadi strumentalizzare l’Azienda Ospedaliera per scopi clientelari, sviando il regolare svolgimento di gara e bandi di concorso indetti dalla amministrazione sanitaria, che venivano utilizzati come contropartita per il conseguimento di favori personali e politici“.

IL “CAMBIO DI SISTEMA” NEI CONFRONTI DEL PAPARDO DA PARTE DELL’EX DEPUTATO

Le pressioni dell’ex deputato regionale Catalfamo nei confronti del dirigente del Papardo Mario Paino erano determinate dal fatto che il dirigente amministrativo Salvatore Munafò avesse bloccato l’assunzione di Bucalo richiesta come ringraziamento per “i servizi svolti” dal Catalfamo, nella ditta di pulizie, con la posizione di autista. Assunzione che, per le modalità con le quali era stata posta, era impraticabile. In una intercettazione della Procura di Palermo Catalfamo dice

gli devi dire ai tuoi amici del quarto piano, che domani io rimango li fino a quando non risolvono questa questione che se la tirano da 45 giorni…siccome io le loro priorità le attenzioni sempre, quando ci sono delle priorità loro le devono attenzione altrimenti cambiamo sistema“.

Il “cambio di sistema” era riferito al fatto che l’ex deputato avrebbe depositato “un’interrogazione al giorno” in danno del Papardo. Una pressione politica insopportabile ed inammissibile.

L’ASSUNZIONE DI BUCALO E LE AMMINISTRATIVE E REGIONALI DEL 2022

Nonostante il blocco dell’assunzione operato da Munafò, Catalfamo ottiene comunque quanto richiesto grazie al ruolo di Antonino La Duca. Grazie alla sua “intermediazione” Bucalo viene assunto a tempo indeterminato dal 20 aprile 2022 e fino al 19 luglio dello stesso anno presso la società Alhambra srl. Nel frattempo Bucalo passa alla Lega e Catalfamo ufficializza il suo passaggio al partito di Salvini con queste parole: “Un modo di fare politica tra la gente che lo rende vicino al nostro modus operandi. Un passaggio, questo, che certifica la crescita esponenziale della Lega in città”…

Un lasso di tempo, quello tra il passaggio di Bucalo alla Lega e quello relativo alla sua assunzione che è cruciale in vista delle amministrative dello scorso anno. Scrive il Gip Leanza: “Ai fini di una migliore comprensione della vicenda è opportuno inquadrarla nel contesto temporale in cui si inseriva, ovvero i primi mesi dell’anno 2022, caratterizzato dal fermento politico determinato dalla imminenza di due “appuntamenti” di peculiare momento: le elezioni amministrative per la Città metropolitana di Messina, che si sarebbero svolte il 12 giugno 2022, e le elezioni amministrative per la Regione siciliana fissate per il 25 settembre 2022. La congiuntura politica determinava l’esigenza da parte del Catalfamo, punto di riferimento del suo partito a livello regionale, di alimentarne le fila, per rafforzare la base elettorale e favorirne il successo alle consultazioni popolari. Tale interesse veniva perseguito con caparbietà dall’indagato che, pur di raggiungere i suoi obiettivi, si impegnava ad avvantaggiare indebitamente un esponente della politica locale che godeva di un discreto bacino elettorale e che era disponibile atransitare nel suo movimento politico in cambio di un posto di lavoro. Pur di “accontentarloil Catalfamo non si faceva remore a piegare il proprio ruolo politico/istituzionale per fini privati, pretendendo, in virtù di pregressi benefici profusi in ragione del suo ruolo politico (siccome io le loro priorità le attenziono sempre, quando ci sono delle priorità, loro le devono attenzionare altrimenti cambiamo sistema”), che i vertici dell’amministrazione dell’azienda ospedaliera Papardo, individuati nel Direttore Amministrativo Munafò Salvatore e nel Direttore generale Paino Mario, imponessero alla società di pulizie che operava presso il nosocomio di assumere il Bucalo alle sue dipendenze; in ciò avvalendosi del determinante apporto della Paratore che rappresentava la sua longa manus all’interno della struttura sanitaria pubblica”.

Il Gip Leanza continua: “Per raggiungere il proprio scopo l’indagato non solo si faceva lecito di sollecitare la “pratica” nelle sedi opportune, dandole quella che definiva una “spinta emotiva”, ma financo di minacciare in più occasioni, sia personalmente che per il tramite della Paratore, i dirigenti Paino e Munafo di pesanti ritorsioni politiche per piegarli ai suoi desiderata (ma qualcuno me la deve risolvere, altrimenti se loro mi creano problemi, io a questo punto cambio atteggiamento con la direzione del Papardo e li comincio a caricare un’interrogazione al giorno, eh. cominciamo a fare così . . . io posso avere un atteggiamento amichevole, posso avere pure un atteggiamento che con il Papardo faccio campagna elettorale facendo . . . creando problemi, io voglio essere amichevole, ma se mi chiamano loro a me, no io a loro. e mi rompono i coglioni …non è che io posso .”;

sta finendo, diciamo che tra qualche mese torna al Pronto Soccorso . . . (non rimetterà) più piede al quarto piano“,

gli devi dire ai tuoi amici del piano quarto, che domani oi rimango lì fino a quando non risolvono questa questione che se la tirano da 45 giorni, perché se io, evidentemente, loro non capiscono, che se io faccio determinate cose (…) c’è un motivo, quindi se loro vanno di settimane in settimane, dieci giorni in dieci giorni, mi c r e a n o danno, ci creano danno.. siccome io le loro priorità le attenziono sempre, quando ci sono delle priorità, loro le devono attenzionare altrimenti cambiamo sistema’»’,

si, finisce ora, ma poi fra qualche mese finisce diversamente…. finisce così, secondo lui, finisce così ora e se per lui finisce così, si prende le responsabilità di quello che fa . Se lui dà uno schiaffo a me, io a quattro a quattro gli rompo il culo*), trovando pieno supporto in tale modus operandi nella Paratore che ne condivideva metodi e intenzioni (“dieci gliene restituiscia lui, non uno, dieci gliene devi restituire … va bene, glielo dirò”).

Le pressioni esercitate sugli amministratori pubblici trovavano, peraltro, ulteriore conforto – è scritto nella misura cautelare – nelle dichiarazioni rese da Munafo Salvatore che, assunto a sommarie informazioni in data, confermava di avere subito a più riprese richieste del Catalfamo, anche attraverso la dirigente Paratore Francesca, finalizzate a far ottenere l’assunzione di un soggetto presso la “Pulitori e Affini Spa””.

UNA CONCUSSIONE TENTATA MA CHE “NON SI CONSUMA”

Una concussione” che secondo il Gip, “, tuttavia, non si consumava rimanendo allo stadio del tentativo, atteso che l’assunzione del Bucalo da parte della ditta operante presso l’Ospedale Papardo non andava a buon fine, non già per il comportamento dei vertici dell’azienda ospedaliera – che, sebbene ob torto collo, non opponevano concrete resistenze alle pretese del deputato regionale– quanto per le resistenze frapposte dal responsabile della ditta di pulizie alle cui dipendenze dirette li Bucalo avrebbe dovuto lavorare. L’ostacolo incontrato costringeva il Catalfamo ad abbandonare il proposito di procacciare l’assunzione presso l’ospedale “Papardo”, riuscendo, comunque, tramite l’intermediazione di La Duca Antonino, a ottenere un contratto di lavoro presso un’altra impresa; in tal caso, però, la sua “raccomandazione” non risultava accompagnata dalla minaccia di danneggiare l’interlocutore, abusando del proprio ruolo pubblico””.