Questa mattina nell’Atrio del Carmine si è svolta la cerimonia di inaugurazione della Teca che custodisce i resti della “Quarto Savona Quindici” nome in codice della Croma blindata su cui viaggiavano gli uomini della scorta di Giovanni Falcone: Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Sono intervenuti Tina Montinaro, Presidente dell’Associazione “Quarto Savona Quindici” e moglie del caposcorta Antonio, il viceprefetto di Messina, Francesco Milio, il sindaco Pippo Midili, il presidente del Consiglio Comunale, Alessandro Oliva e il presidente della Pro Loco, associazione che ha promosso l’evento, Pasquale Saltalamacchia.
Presenti i vertici delle forze dell’ordine cittadine, assessori e consiglieri comunali, delegazioni di studenti e cittadini.
“È stato un momento toccante – ha detto il sindaco Pippo Midili – e carico di emozioni. Occorre ricordare le vittime delle mafie, per non dimenticare e perché quanto accaduto in quella tremenda stagione non si ripeta più. Quell’auto trasportava tre uomini in divisa che hanno perso la vita nel tentativo di proteggere chi ha dedicato la propria esistenza alla lotta alla mafia. Il mio auspicio – ha concluso – è che il loro sacrificio funga sempre da esempio per le nuove generazioni”.
“Questa “installazione” è, prima di tutto, un “presidio della memoria” – ha aggiunto Tina Montinaro, moglie del capo scorta di Giovanni Falcone – e da 30 anni giriamo il nostro Paese per ribadire e far crescere la cultura della legalità. I resti dell’auto della scorta di Falcone parlano soprattutto ai più giovani e servono a ribadire, sempre e con forza, l’importanza della lotta alla mafia, alla camorra, alla ‘ndrangheta e in generale ai sistemi criminali. La mafia ha fatto male i suoi conti, pensava di distruggere quelle memorie – ha concluso la signora Montinaro – e invece i resti di quest’auto si sono trasformati in un “monumento per la vita”. Dopo trent’anni non dimentichiamo e lanciamo un messaggio chiaro ai giovani: scegliete da che parte stare, scegliete di stare dalla parte della legalità».
Il presidente Oliva ha ringraziato la signora Montinaro per questo suo impegno nella. “Sono trascorsi più di 30 anni dall’attentato di Capaci – ha detto – e i nostri ragazzi non sanno più cos’è la mafia, perché non uccide più e non fa stragi. È però importante ricordare. Ricordare sempre, perché i nostri giovani devono conoscere il passato e a loro dobbiamo far sapere cos’era ieri e cos’è oggi la mafia. Il messaggio che ci porta Tina Montinaro – è non solo quello legato alla memoria del marito e dei colleghi, ma anche un messaggio di forza, speranza e tanta voglia di continuare a lottare contro ogni tipo di mafia”.
La teca contenente i resti della Fiat Croma sarà esposta nell’Atrio del Carmine sino a mercoledì.