CoDAU (l’ente che rappresenta i Direttori Generali di tutte le università italiane) e Deloitte hanno presentato oggi un’indagine volta a monitorare elementi e sistemi di gestione e sviluppo del capitale umano che caratterizzano il comparto universitario. La novità del report è stata l’introduzione di un focus dedicato all’esplorazione delle competenze: digital e soft. Lo studio ha coinvolto 18 atenei, il 22% del sistema universitario, rappresentanti strutture statali, politecnici, scuole superiori ad ordinamento speciale, tra i quali si annoverano anche strutture come l’Università di Bologna, l’Università degli Studi di Padova e l’Università degli Studi di Torino. La popolazione del campione partecipante è caratterizzata da una presenza di dirigenti inferiore a quella media della pubblica amministrazione e nettamente inferiore a quella del mercato privato.
La quota rosa si attesta complessivamente al 60%, con unica inversione di tendenza nella qualifica dirigenziale (42,4%) che comunque rappresenta una percentuale molto rappresentativa rispetto ad altri mercati. Analizzando il turn over nel 2021 si riscontra una inversione di tendenza positiva a testimonianza dell’attenzione del comparto al processo di reclutamento e selezione. Per il 70% degli atenei lo smart working rappresenta mediamente il 60% del tempo di lavoro. Rispetto alle competenze digitali e soft, sono state individuate nove aree di competenze digitali e quattro aree di competenze soft. Su queste aree, in logica di self assessment o top-down, sono state effettuate ed analizzate le valutazioni che hanno coinvolto complessivamente nove atenei, per il digital skill assessment, e sette atenei per la valutazione delle competenze soft.
Su queste aree, in logica di self assessment o top-down, sono state effettuate ed analizzate le valutazioni che hanno coinvolto complessivamente nove atenei, per il digital skill assessment, e sette atenei per la valutazione delle competenze soft.
Dall’osservazione delle valutazioni delle digital skill emerge una popolazione con un’ottima padronanza degli strumenti di ricerca e buon livello di presidio delle funzionalità degli strumenti utilizzati quotidianamente, curiosa e con molta voglia di sperimentarsi e potenziare le competenze di utilizzo degli strumenti digitali. Anche il tema della cybersecurity è ben presidiato ma generalmente viene indicata poca conoscenza dei rimedi in caso di incidenti sulla sicurezza. Pur avendo un elevato livello di presidio degli strumenti di comunicazione nel contesto virtuale, viene dichiarata una certa difficoltà nel collaborare con i colleghi con la stessa efficacia da remoto rispetto ai momenti in presenza e la situazione diventa più complessa per i responsabili che dichiarano di avere difficoltà nel gestire le proprie persone da remoto sia in termini di assegnazione di obiettivi e scadenze chiare sia nel relativo monitoraggio.
In termini di addestramento il 61% dichiara di non padroneggiare la lingua inglese e il 65% dichiara di avere la necessità di formazione in ambito digital. Dall’osservazione delle competenze soft emerge una popolazione orientata al presidio delle competenze cognitive e la competenza manageriale risulta essere la meno padroneggiata. Più nel dettaglio: i professional è il cluster che ha avuto la valutazione migliore di tutti e hanno ottenuto il punteggio più alto in assoluto nelle competenze relazionali e la competenza “apertura al cambiamento e innovazione”, all’interno dell’area realizzativa, è quella meno presidiata. Il Presidente del CoDAU, Alberto Scuttari, ha dichiarato: “In generale, osservando le competenze espresse, il report rileva la necessità di un potenziamento delle competenze manageriali e innovative a tutti i livelli, sia in logica digital che di competenze soft. Più preoccupante e’ la fotografia retributiva che riporta una immobilità delle retribuzioni per tutte le categorie, compresa quella dirigenziale, che risulta penalizzata sia nei confronti della pubblica amministrazione in generale che rispetto al complessivo mercato del lavoro, in particolare per l’eccessivo appiattimento delle retribuzioni.”
Condividi: