“Paragonarlo al viadotto Ritiro o alla frana di Letojanni è un’arma di distrazione di massa».
Il segretario regionale Cappuccio: «Fase delicata per la Regione, servono confronti sui bisogni reali della gente»
21 aprile ’23. Ponte sullo Stretto ed opportunità, sviluppo e sicurezza sul lavoro. L’Esecutivo provinciale della Cisl Messina che si è tenuto questo pomeriggio nello scenario del Parco Quasimodo di Roccalumera ha puntato i fari sui temi di attualità che stanno investendo il territorio. Alla presenza del segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio, e dopo il saluto del presidente del Parco Quasimodo, l’avvocato Carlo Mastroeni, il segretario generale della Cisl Messina Antonino Alibrandi ha fatto il punto sulla situazione politico-sindacale partendo dal Ponte sullo Stretto definito «un veicolatore di opportunità».
«La volontà di realizzarlo – ha detto Alibrandi è del Governo nazionale e dell’Europa. Non è un’opera locale e quindi non vediamo, non può esserci, un parallelismo con i lavori del viadotto di Ritiro o della frana di Letojanni. Se qualcuno prova a metterli a paragone si tratta solo di armi di distrazioni di massa».
Ma Alibrandi ha anche posto l’accento sul ruolo che l’opera avrà per il territorio. «Abbiamo incontrato diverse aziende – ha proseguito – il Ponte significa dare opportunità a quelle realtà produttive che, non avendo collegamenti per portare le merci in Europa, devono andare all’estero. Sappiamo che i lavori del Ponte creeranno disagi, ma alzando muri ideologici rischiamo di prendere solo disagi e non le opportunità. Prepararsi per tempo può significare provare a mitigare i disagi e prendere le opportunità. Magari riqualificando le Zes e le aree Irsap abbandonate e renderle appetibili alle aziende che verranno qui per realizzare il Ponte e avranno bisogno di spazi».
Il Ponte come opportunità che devono ricadere sul territorio, ha voluto evidenziare Alibrandi. «Ma chiediamo che si attivi un protocollo per la manodopera locale che non riguarda solo il settore edile. Non servono solo operai, per un’opera del genere occorrono anche ingegneri, esperti informatici, consulenti e per questo motivo la presenza dell’Università diventa una grande opportunità».
Tema parecchio sentito è quello della sicurezza sul lavoro, dove – tra il capoluogo e la provincia – sono stati registrati tre morti in poche settimane. «Al di là degli incontri ufficiali in Prefettura – ha detto Alibrandi – c’è una errata percezione del rischio, la sicurezza è trattata in termini burocratici. Serve prevenzione ed una campagna di sensibilizzazione che la Cisl ha avviato grazie al suo Sportello Sicurezza».
Dopo il dibattito animato dagli interventi dei segretari di categoria che hanno dato spunti importanti sulla situazione del mondo del lavoro dei diversi settori è stato illustrato, dal segretario generale della Cisl Sicilia Sebastiano Cappuccio, il percorso di mobilitazione nazionale che vedrà i sindacati unitariamente in piazza il 6 maggio a Bologna, il 13 maggio a Milano e il 20 maggio a Napoli per spingere il Governo a riaprire confronti su pensioni, fisco, rinnovo dei contratti, Pnrr e fondi comunitari. «È una fase delicata – ha detto il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio – serve una interlocuzione produttiva e la stessa cosa deve avvenire sul fronte regionale dove alcuni confronti sono stati aperti ma sono ancora troppo pochi. Le risorse sul tavolo sono importanti e il tempo è troppo breve per spenderli tutti e bene su diversi temi, dal sociale al lavoro, dal rilancio delle infrastrutture alla Sanità. Occorre, però, mettere le risorse a sistema e comprendere quali sono le reali esigenze e necessità della gente». Sulla decisione del Consiglio dei ministri di impugnare le norme della legge di stabilità regionale, che erano state finanziate con risorse del Fsc per circa 800 milioni di euro, Cappuccio ha evidenziato come si «rischia di creare problemi non indifferenti per il bilancio della regione. Bisogna stare attenti e recuperare».