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Morto Biagio Conte, la sua ‘rete’ della solidarietà

- 12/01/2023
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La Missione di Speranza e Carità, fondata dal missionario laico Biagio Conte morto questa mattina nasce nel 1991 sotto i portici della Stazione Centrale di Palermo grazie al carisma del suo animatore.

L’obiettivo della Missione è quello di accogliere i ‘nuovi poveri’ delle città ovvero tutti quelli che rimangono indietro e ai margini della società; senza fissa dimora, vagabondi, sbandati, alcolisti, ex detenuti, separati, prostitute, immigrati, che all’interno della struttura si chiamano tutti fratello e sorella senza alcuna distinzione.

La Missione assiste centinaia di persone, grazie all’attività di numerosi volontari che hanno deciso di seguire l’insegnamento di Biagio Conte, e opera in nove comunità destinate all’accoglienza maschile e a quella di donne singole o mamme con bambini. Le strutture si trovano a Palermo e in provincia; in città, vicino alla Stazione centrale. Gli stessi fratelli accolti e tanti volontari, gruppi e associazioni, con grande spirito di solidarietà hanno iniziato “una pietra dopo l’altra”, come insegna San Francesco, il restauro e la ricostruzione dei locali, trasformando dei ruderi, in case di accoglienza, pace e speranza. Le tre comunità principali sono quella “storica” di Via Archirafi, chiamata da Biagio Conte “Missione Speranza e Carità”; quella di Via Garibaldi, destinata alla “Accoglienza Femminile” e quella di Via Decollati, denominata “La Cittadella del Povero e della Speranza”. Ci sono anche tre realtà agricole, una a Palermo, ”Villa Florio”, dove si coltivano per lo più ortaggi, una a Tagliavia, frazione di Corleone, dove si coltiva il grano e una a Scopello, dove si produce olio; una struttura a Giacalone è destinata invece al campo estivo dei bambini. Altri Centri sono in costruzione, sul monte Inici, nel trapanese, e in provincia di Enna.

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La Missione di Speranza e Carità di via Archirafi (ex disinfettatoio comunale che era abbandonato da 30 anni) accoglie solo uomini. Molti di questi ‘fratelli’ vivevano per strada e grazie al servizio di assistenza notturna sono stati portati in comunità e recuperati da una condizione di grave emarginazione e totale abbandono. In questa Missione sono concentrate le persone più sofferenti che hanno bisogno di cure infermieristiche perché affette da malattie croniche o da disabilità fisiche e mentali.
    Sono presenti anche alcolisti cronici che si tenta di disintossicare grazie a lavori artigianali o di tipo agricolo.
    La Missione Femminile di via Garibaldi (ex convento di Santa Caterina abbandonato da circa 24 anni) accoglie ‘sorelle’ senza tetto tra donne singole e mamme con bambini. Molte sono giovani ragazze madri o donne sole e abbandonate dalla famiglia. Sono anche presenti donne con disagi mentali o ex prostitute che hanno deciso di iniziare una nuova vita. Dal 2003 sono state accolte tante donne straniere profughe, singole o con bambini o in stato di gravidanza. Alcune di loro, sopravvissute ai viaggi della speranza dalle coste nordafricane, appena dimesse dall’ospedale, sono state accolte in Missione perché ancora bisognose di cure, di pace e tranquillità.
    La Cittadella del Povero e della Speranza di via Decollati (ex caserma dell’aeronautica militare abbandonata da circa 40 anni), è la seconda comunità maschile della Missione nata per far fronte al dilagante richiesta di aiuto di centinaia di profughi provenienti dall’Africa e dall’Asia. In questa comunità oggi sono accolti tanti ‘fratelli’ in diversi dormitori. La maggiore parte sono giovani ragazzi sopra i diciotto anni di età, rifugiati politici, richiedenti asilo o titolari di un permesso di protezione internazionale. (ANSA).