Nell’immaginario collettivo la Sanità pubblica, in Italia, e nello specifico a Messina non funziona. Ma, posso assicurarvi che non è così, anzi è l’esatto contrario. Ho sperimentato personalmente quanto affermo, essendo stato “ospite” dell’ospedale Papardo, per via di un problema improvviso, che mi ha costretto a ricorrere alle cure mediche. Da cittadino, desidero ringraziare pubblicamente i sanitari dell’ospedale Papardo, tutti indistintamente, dal primario del Reparto di Neurochirurgia, prof. Massimiliano Salvatore Cardali, agli infermieri, per finire al personale OSS, i quali hanno dimostrato sul campo quanto sia efficace la Sanità pubblica a Messina. Un reparto che ha quadruplicato nell’ultimo periodo il numero degli interventi di alta complessità e che rappresenta oggi un’eccellenza nel panorama dell’offerta sanitaria regionale. E per questo motivo Neurochirurgia del Papardo necessita maggiore personale, perché va valorizzato ancor di più. Sempre in tema di ringraziamenti, non posso dimenticare il Pronto soccorso generale, dove medici e personale sanitario dimostrano quotidianamente una spiccata alta professionalità.
A proposito del Papardo, qui parlo nella doppia veste di cittadino e dirigente sindacale, ribadisco quanto sia importante che l’Ospedale possa ottenere quello status di “Dea” di secondo livello, una classificazione che renderebbe la struttura ancor più efficiente di quanto lo è oggi. L’emergenza pandemica ha ribaltato la visione della politica tendente a ridurre le spese da destinare alla Sanità, oggi ci si è resi conto di quanto sia importante il tema della Salute e, soprattutto, quanto sia indispensabile mettere il personale nelle migliori condizioni possibili per poter operare, rendendo il servizio pubblico quanto più efficiente possibile.
La Carta di Otawa dice testualmente che la “Salute deve essere intesa come una risorsa del vivere quotidiano e non il fine ultimo della vita”, ma solo attraverso una Sanità efficiente, dotata di risorse si riesce a raggiungere questo obiettivo. Concludo, ringraziando ancora una volta tutto il personale del Papardo e quanti mi sono stati vicini, in primis la mia famiglia e quella allargata della Uil, in un momento per me difficile, che ho messo con l’aiuto del Buon Dio alle spalle.
Pippo Calapai
Condividi: