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Spadafora – Le INTERCETTAZIONI, le elezioni, il boss e la “politica” inquinata e stupida. Nessuno è moralmente assolto

- 24/02/2022
comune spadafora

E’ da stupidi. Quanto meno da stupidi non comprendere come la “politica” inquinata da interessi estranei e intessuta con la criminalità, sia destinata a fallire miseramente. Moralmente da tombare sotto una pietra di dissenso e di vergogna.

E non c’è giustificazione che tenga. Quello che emerge dalle intercettazioni contenute nell’ordinanza che ha portato agli 86 arresti nell’operazione anti mafia portata a termine dai Carabinieri del Comando Provinciale di Messina è estremamente pesante per una piccola comunità come quella di Spadafora e non assolve nessuno.

Nessuno dei citati può ritenersi assolto, nessuno può chiamarsi fuori. Nessuno dei citati può ritenersi indenne da critiche e memoria da parte dei cittadini. Le carte della Procura parlano chiaro ed il sistema che emerge è il più vecchio ed il più “collaudato” se non del mondo, della nostra povera Sicilia di certo.

La “politica” ed il boss: la ricerca di consensi facili, pilotati, la vittoria elettorale e la richiesta di favori che ne consegue. Spesso anche solo dietro il millantare un aiuto, da parte del boss di turno, che magari non c’è davvero stato. Ma i favori pesano ed il politicamente “vincente” (ma a che prezzo) non può sottrarsi ad essi.

E’ così che dalle intercettazioni, maggioranza ed opposizione della politica spadaforese, vecchia e nuova, ne esce a pezzi. Perché non è necessario un arresto o un avviso di garanzia per subire la condanna morale di una comunità. Bisognerebbe ammettere gli errori e fare ammenda pubblicamente. Ma la “politica”, quella con la “p” minuscola, non lo farà mai e si limiterà, come prassi consolidata, a sminuire, a sottilizzare, a tirarsi fuori dal pantano della vergogna che è sotto gli occhi di tutti, ma che può essere offuscata dal solito sistema “mascariato” e scaltro, da due soldi.

La memoria, però, rimane, almeno nella testa di chi ha testa e di chi ha le spalle salde e non dimentica, fino alle prossime elezioni.

Chi è citato nelle pagine dell’ordinanza numero 546 del GIP del Tribunale di Messina dovrebbe adesso affrontare la piazza e chiarire la propria posizione, con la massima sincerità ammettere i propri errori e sottoporsi senza veli al pubblico giudizio. L’unica via per riabilitarsi. Perché nessuno dei politici spadaforesi, nominati in questa brutta storia, può ritenersi moralmente assolto.

SPADAFORA, MARIANO FOTI, L’EX SINDACO PAPPALARDO E LILLO PISTONE: le “manovre”, i sostegni bipartisan, il risultato elettorale, i favori, l’architetto.

L’ordinanza firmata dal gip Ornella Pastore dell’ultima indagine dei carabinieri di Messina, coordinata dalla procura diretta da Maurizio de Lucia che ha portato all’arresto di ben 86 persone nell’ambito dell’operazione anti mafia, descrive un quadro sconcertante relativamente alle “indebite ed illecite influenze” che coinvolgono, secondo quanto descritto dagli inquirenti, esponenti politici ancora in gioco a Spadafora. I nomi citati nell’ordinanza e che non risultano indagati, sono quelli dell’ex sindaco per ben due legislature, Pippo Pappalardo, l’attuale consigliere comunale a capo dell’opposizione, Lillo Pistone, ed indirettamente anche l’attuale sindaca Tania Venuto.

“Le interlocuzioni intrattenute partire da marzo del 2019 – si legge nell’ordinanza –
dal predetto (Mariano Foti ndr.) con PAPPALARDO Giuseppe, medico cardiologo, il quale ha ricoperto la carica di Sindaco del Comune di Spadafora per due mandati quinquennali e, nelle
ultime elezioni del 28.04.2019, veniva eletto consigliere di maggioranza nella lista capeggiata da VENUTO Tania, Vicesindaco della giunta PAPPALARDO nel precedente mandato, eletta in quella tornata, ed attuale Sindaco del Comune in questione’.
E’ emerso infatti come il PAPPALARDO, unitamente all’architetto Fortunato CANNUNI, uomo di sua fiducia, si sia recato, in più occasioni, in visita presso casa del FOTI, dopo la scarcerazione dello stesso, e quando ancora ricopriva la carica di sindaco e come tra i predetti esistessero rapporti di grande cordialità In particolare poco prima delle elezioni, in data 1.03.2019 CANNUNI Fortunato chiamava il FOTI chiedendo se poteva andare a trovarlo poiché vi era il suo “amico
dottore” che voleva salutarlo” ( «CANNUNI: amore mio, l’architetto sono.

FOTI: oh,
ciao, che fai?

CANNUNI: quando te Li posso fare una visita?

FOTI: quando vuoi.
CANNUNI: Sei a casa?

FOTI: in questo momento si. In questo momento sono a casa.
CANNUNI: c’era l’amico mio dottore che ti voleva salutare, io non ci sono stato …

FOTI: con piacere, avvicina che qua sono

CANNUNI: si, lui fra cinque … io sono in collina, il tempo che scendo, lo prendo e veniamo.

FOTI: oh, va bene. Ciao.

CANNUNI: ciao amore mio, siete il migliore di tutti, ciao. FOTI: oh ciao»).


Il monitoraggio video dell’abitazione di FOTI Carmelo Vito il 1° marzo 2019, alle ore 19:07, ha riscontrato l’arrivo di PAPPALARDO Giuseppe e CANNUNI Fortunato. Nel corso di un lungo colloquio l’indagato, dopo avere diffusamente riferito di vicende delittuose che lo avevano riguardato, ribadiva ad entrambi il suo peso criminale mafioso.

Qualche tempo dopo, il 6.04.2019, FOTI Carmelo Vito richiedeva, per il tramite di CANNUNI, un nuovo incontro con PAPPALARDO, che tuttavia non riusciva ad essere presente (“..CANNUNI: gioia.

FOTI: pronto, amore mio, ascolta a me. Ti ricordi il dottore quando siete venuti a casa mia l’altro giorno?

CANNUNI: si.

FOTI: ce la fai a mezzora a essere qua? Con lui?

CANNUNI: lo chiamo gioia. FOTI: chiamalo e mi fai sapere qualcosa, ok.

CANNUNI: ciao bello FOTI:ciao… m”).

Ascoltami “mi devi dare i lavori”, così gli devi dire! eh, hai capito, devo pensare per te e non per gli altri, che tu abbia disgrazia


FOTI e CANNUNI, quindi, si incontravano a casa del primo e in tale occasione, il CANNUNI comunicava la notizia che PAPPALARDO non poteva più candidarsi alla carica di Sindaco, ma era comunque inserito in una lista elettorale, quale candidato al consiglio comunale di Spadafora. In quel contesto, FOTI faceva pesare la circostanza che egli aveva, nel corso delle
ultime due tornate elettorali, sostenuto PAPPALARDO, raccogliendo voti per lui (“Architetto, vedi che lui ha fatto due mandati e io gli ho fatto una campagna elettorale “number one“).

FOTI, ribadendo, ancora una volta, che il gruppo mafioso aveva sostenuto il PAPPALARDO (lo abbiamo portato avanti), intimava al CANNUNI di sfruttare l’influenza di PAPPALARDO per ottenere incarichi remunerativi

Il successivo 13.05.2019 CANNUNI chiedeva a FOTI d’incontrarsi («CANNUNI: gioia, ma tu sei a casa? Te la posso fare una visita? FOTI: avvicina, con piacere»). Di lì a poco CANNUNI Fortunato arrivava a casa di FOTI unitamente a C. N. e a un terzo soggetto, tale Pinuccio, non meglio identificato. In quel contesto, gli interlocutori discutevano di appalti e lavori pubblici da accaparrarsi, e FOTI, ribadendo, ancora una volta, che il gruppo mafioso aveva sostenuto il
PAPPALARDO (lo abbiamo portato avanti), intimava al CANNUNI di sfruttare l’influenza di PAPPALARDO per ottenere incarichi remunerativi, di interesse comune, attraverso, evidentemente, la collusione di funzionari pubblici compiacenti”’.

Pappalardo … lo abbiamo portato avanti, ascolta, è un fratello mio

(FOTI: ti dico una cosa, parola mia, tu architetto, hai dormito troppo assai, tu CANNUNI :gioia io mi sono demoralizzato troppo assai, basta, per tutte le cose storte che ho avuto FOTI: e tulle le cose storte, per andare dritte, se hai fatto campagna elettorale, ma a chi gliela fai la campagna elettorale? CANNUNI: non ne può ( ..) FOTI: chi per fare un esempio? Io, che a me interessano queste cose qui, giusto… Pappalardo … lo
abbiamo portato avanti, ascolta, è un fratello mio
(…)
CANNUNI lui è venuto FOTI: scusa, l’abbiamo portato avanti, gli ho chiesto mai una cortesia io? No, perché non lo voglio mettere nei guai, io non sono andato mai a chiedere cortesia a lui, gli ho fatto la cortesia, però non ci sono mai andato, perché sono io nel nostro campo, ma tu che sei nel campo collegato con lui, tu gliela devi cercare. Io sbaglio che gli cerco la cortesia, perché sbaglio, CANNUNI: ma Io non ho aiuto, io conosco come funzionano le carte, minchia FOTI: le carte, ma non ne hanno stanziato soldi in questi dieci anni? CANNUNI: no (…) FOTI: soldi ne hanno stanziato CANNUNI: devo prendere un altro lavoretto, devo vedere in questi (..) FOTI: chi devi prenderlo CANNUNI: io lo devo prendere, non è che deve prenderlo un altro. FOTI: ora ti faccio vedere che li prendono le altre persone, (..) senza che fai il furbo, io non vi saluto più Architetto, se tu ti fai fare le scarpe. Ascoltami “mi devi dare i lavori”, così gli devi dire! eh, hai capito, devo pensare per te e non per gli altri, che tu abbia disgrazia‘).

L’ASSUNZIONE DI C.F. CON L’INTERESSAMENTO DI PAPPALARDO

Risulta inoltre come FOTI Carmelo Vito, sempre attraverso la mediazione di CANNUNI, incaricato di tenere i contatti telefonici con il mafioso, abbia richiesto a PAPPALARDO il suo interessamento per una sistemazione lavorativa di tale C. F. . Grazie all’intervento del PAPPALARDO, e, per quanto sembrerebbe emergere anche grazie all’influenza del deputato regionale LACCOTO Giuseppe – al quale PAPPALARDO, a sua volta, si rivolgeva – C. F. veniva assunto, a partire dal 20.05.2019, dalla “Canter Group S.R.L.“, società che si occupa della
raccolta rifiuti e che ha sede in Brolo. Infatti, era lo stesso PAPPALARDO a recarsi in visita dal FOTI, comunicandogli che, grazie alla sua influenza, C. era stato assunto, e che, in futuro, avrebbe potuto avvicinarsi alla sua zona di residenza”‘
Trattandosi di assunzione a tempo determinato, alla relativa scadenza, FOTI tornava a sollecitare CANNUNI affinché, a sua volta, intercedesse presso PAPPALARDO per il rinnovo del contratto in favore del C. . Il 23.09.2019, infatti, CANNUNI e PAPPALARDO discutevano di tale rinnovo, e
quest’ultimo affermava di avere già, in più occasioni, sensibilizzato il deputato regionale LACCOTO, che provvedeva, in effetti, a contattare, di li a poco, sollecitando anche un avvicinamento della sede lavorativa per il C. (“Niente. Ti chiamo sempre per quella persona, che mi ha ritelefonato di nuovo dicendomi sempre la stessa cosa: che non esce con i soldi, che li consuma tutti a nafta, questi soldi.“).
CANNUNI Fortunato, nella stessa serata del 23 settembre, comunicava a C. F. che la scadenza del suo contratto di lavoro era stata prorogata al 31.12.2019.

Il 12.11.2019, in prossimità di tale nuova scadenza, FOTI Carmelo Vito richiedeva un nuovo incontro presso la sua abitazione con CANNUNI e PAPPALARDO , dove i due si recavano il successivo 9 dicembre. Tuttavia in quella occasione, tuttavia, i dialoghi non venivano intercettati, perché si svolgevano in una stanza dove la microspia non riusciva a captarli
L’incontro aveva, di certo, riguardato la situazione lavorativa del C. , cui, non a caso, l’indomani, FOTI comunicava che non vi erano problemi per la proroga del contratto.
Il 27.12.2019, C. F. contattava CANNUNI Fortunato per rammentargli la scadenza del contratto di lavoro II 31 dicembre e, quindi, pressarlo affinché se ne interessasse’.
CANNUNI, a sua volta, sollecitava PAPPALARDO Giuseppe, che lo invitava a tranquillizzare C. .
Il 20.01.2020, C. riferiva a CANNUNI di avere sottoscritto un contratto con scadenza 29 febbraio 2020, auspicando, per il futuro, un contratto a tempo indeteiminato; nello stesso arco temporale, PAPPALARDO veniva informato da LACCOTO che era stata disposta la proroga del contratto in favore del C. .
A fine febbraio, CANNUNI Fortunato, come al solito, comunicava a PAPPALARDO Giuseppe di ricevere numerose sollecitazioni da C. F. , in ragione dell’imminente scadenza del contratto di questi. PAPPALARDO rassicurava CANNUNI, dandogli conferma di avere sollecitato “l’onorevole”.
PAPPALARDO Giuseppe, ancora esortava il CANNUNI a recarsi in visita da FOTI Carmelo Vito, rendendosi egli stesso disponibile a farlo .
Dagli accertamenti svolti dalla p.g. presso la banca dati INPS risulta che alla data del 31.03.2021, la posizione lavorativa di C. F. è risultata a tempo determinato, con contratto part-time presso la già citata “Caruter GroupS.R.L.
Oltre che per la sistemazione lavorativa di C. F. , soggetto raccomandato da FOTI Carmelo Vito, PAPPALARDO si attivava ripetutamente, sempre su richiesta del mafioso, per risolvere questioni di natura amministrativa riguardanti i coniugi R.- M. , gestori all’epoca, una focacceria, i quali esercitavano il commercio su aree pubbliche di frutta e verdura nel comune di Spadafora.

Ed invero, dopo avere incontrato presso un bar i R. – M., il 2.08.2019, FOTI sollecitava CANNUNI a recarsi da lui ; qualche giorno dopo, il 5 agosto, FOTI riceveva i due coniugi presso la sua abitazione, lasciando intendere che i loro problemi potevano essere risolti grazie all’interessamento del PAPPALARDO, che non poteva rifiutarsi di fare favori al FOTI
In effetti, l’attività di intercettazione rivelava come, nelle settimane successive, PAPPALARDO, sollecitato dalla M. , si attivava ripetutamente per risolvere le problematiche amministrative di detti imprenditori, destinatari, tra l’altro, di plurimi verbali di contravvenzione per occupazione di suolo pubblico.
Alla luce di tutto quanto sopra riportato emerge quindi come PAPPALARDO e CANNUNI fossero stati assai vicini a di FOTI Carmelo Vito, in favore del quale si adoperavano per accondiscendere alle sue pretese, conoscendo bene il suo spessore criminale di costui, e la sua capacità di procurare all’occorrenza, sostegno elettorale, di cui il PAPPALARDO, per come riferito dal FOTI, aveva beneficiato.

LILLO PISTONE E IL “DUPLICE FORNO ELETTORALE” DI FOTI
Conferma della capacità del FOTI di rapportarsi con esponenti della politica locale si traeva, infine, dalle conversazioni intrattenute con PISTONE Letterio, antagonista di Tania VENUTO alle elezioni del consiglio comunale di Spadafora, tenutesi, come si è detto, il 28.04.2019.
Il 18 aprile 2019, PISTONE Letterio, accompagnato da P. A. C., si recava difatti presso l’abitazione del FOTI per chiedete il suo supporto elettorale, che il predetto garantiva, invitando il PISTONE a rivolgersi, a suo nome, a vari soggetti, tra i quali anche taluni componenti della famiglia di Antonino BONAFFINI, detto Ninetta (e ciò a conferma di uno storico legame criminale tra FOTI Carmelo Vito e BONAFFINI Antonino, detto Ninetta), per procurare voti.
Nel corso dello stesso dialogo, poi, PISTONE richiedeva la mediazione del FOTI per potere raggiungere una intesa elettorale con PAPPALARDO Giuseppe – sostenitore del candidato a sindaco VENUTO – sfruttando presunti dissapori con la predetta donna; ed anche per questo interessamento, FOTI garantiva la sua disponibilità .