Cateno De Luca si è ieri di fatto impossessato del Palazzo palermitano della Regione Siciliana. Complice l’assenza del presidente Musumeci, a Vulcano per dirimere la vicenda non poco spinosa dei gas sulfurei e del turismo che è sparito dall’isola, De Luca ha lanciato il guanto di sfida meridionalista con la presentazione della mozione di sfiducia a Musumeci, da parte di Sicilia Vera con Danilo Lo Giudice.
Attacco diretto? Non proprio. A De Luca interessa sparigliare le carte del centro destra. L’obiettivo è indebolire il candidato, chiunque egli sia, del centro destra ed aprire una stagione basata su un tripolarismo diffuso.
Ma De Luca avrebbe fatto male i conti. Musumeci, infatti, reagisce con il silenzio, meno, quindi, che minimizzando il calcio negli stinchi sferratogli dallo scatenato Cateno De Luca, ormai libero da vincoli istituzionali da sindaco di Messina, qualora li abbia mai tenuti in conto.
A Musumeci preoccupa sicuramente di più l’asset che dovrebbe appoggiarlo alle elezioni, in particolare i movimenti che dalla Meloni fino a Salvini sono in essere attualmente, tra Miccichè, destra, centro destra e moderati.
Ed in effetti Musumeci ha da sempre considerato Cateno De Luca “questione poco importante” e l’atteggiamento del Presidente innanzi all’attacco sferratogli dall’interno del palazzo della Regione durante la conferenza stampa di ieri dell’ex sindaco di Messina, oggi aspirante “sindaco di Sicilia”, è di totale silenzio. Insomma De Luca, suo malgrado, è passato inosservato.
