
Lei dottore Cuccì l’acqua che esce dal suo rubinetto a Messina la berrebbe?”. Cuccì non risponde. Esiste un esposto in Procura. Ormai l’ultima parola, speriamo cristallina e trasparente, la lasciamo al Tribunale di Messina.

Un consiglio comunale che sembra sbattere contro un muro di gomma. “Acqua potabile o no?” chiede Felice Calabrò del PD, lo chiede anche Antonella Russo, PD, lo chiede anche Alessandro Russo, sempre PD. Ma la risposta non arriva. Quel che si ottiene è solo sofismo, ovvero parole pro domo propria. L’Acqua è “conforme” ma solo per un pozzo, il Cucinotta… Nessuna risposta alla domanda del perché AMAM si rivolge all’Asp di Enna per un giudizio di conformità all’uso umano, mentre Cuccì, il direttore generale dell’Asp di Messina parla di giudizio di conformità solo per un pozzo. Perché andare fino ad Enna per avere questo giudizio di conformita? Se lo chiede Calabrò che gira la domanda all’Amministrazione, all’Asp di Messina, ad AMAM, ma nessuno risponde. Conformità non vuol dire potabilità. Nonostante l’impavido Pergolizzi dichiara di essere pronto a berla l’acqua immessa nella rete idrica di Messina. Quel che emerge, però, è una grande confusione che non rassicura, non chiarisce, non risolve.

Rimane su tutto un fatto: a settembre vengono collegati quattro pozzi sui quali la potabilità non vige, anzi Basile allerta i cittadini in merito all’uso: non si usi per finalità potabile se non per uso igienico sanitario. Una ordinanza che sussiste, ancora oggi, fondata, dice Basile, su una emergenza idrica che di fatto non sussiste se non sulla carta. Basile esorta, con fare molto preoccupato, a non mettere in dubbio la responsabilità di un sindaco che, prima autorità sanitaria, “non metterebbe mai in pericolo la cittadinanza”.

Ma la risposta se l’acqua è potabile non arriva. Anzi si registra la pavida ed insufficiente risposta di Giuseppe Cuccì DG di ASP Messina: “Per dare un giudizio definito sono necessari controlli ripetuti ogni tre mesi. Il fatto che oggi e fino al cinque maggio noi ci troviamo in muno stato di emergenza idrica ci permette di derogare e dare un giudizio provvisorio di idoneità all’uso umano” dice Giuseppe Cuccì, che, attenzione, non è la certificazione di potabilità dell’acqua!

Allora ricade a bomba la domanda: “Perché AMAM Messina si rivolge ad Enna?“. L’acqua è potabile o no? E, per citare il rappresentante del Comitato “Vogliamo l’acqua dal rubinetto”: “Lei dottore Cuccì l’acqua che esce dal suo rubinetto a Messina la berrebbe?“. Cuccì non risponde. Citazioni da amministratore di condominio a parte, quelle di Trischitta, che lasciano basiti ed il tempo che trovano, essendo fuori tema, ricordiamo a noi stessi che esiste un esposto in Procura. Ormai l’ultima parola, pertanto, speriamo cristallina e trasparente, la lasciamo al Tribunale di Messina.
