
Come si è potuto agire “con tanta leggerezza” trattandosi di salute pubblica?

“Perché nel comunicato AMAM del 6 settembre dello scorso anno si parla di potabilità quando invece l’Asp lo ha categoricamente escluso fino a pochi giorni fa? E perché (a settembre 2024, ndr.) ci si è rivolti a laboratori di analisi private, pur se accreditate?”. Lo scrivono la consigliera comunale PD Antonella Russo ed il consigliere della Quarta Circoscrizione e componente della segreteria provinciale PD Renato Coletta, in una interrogazione urgente a risposta con contestuale richiesta agli atti indirizzata al Sindaco di Messina. Laddove la richiesta di accesso agli atti si rivolge proprio all’acquisizione di copia dei risultati delle analisi cliniche che avrebbe fatto effettuare l’AMAM presso i laboratori di analisi private, come indicato dall’ordinanza sindacale 151 del 5 settembre del 2024.
“Troppa confusione” nella testa dei cittadini, scrivono Russo e Coletta, il che ingenera paura e preoccupazione. Così dopo ben 8 mesi il dubbio creato con quella decisione d’impeto di allacciare i 2 pozzi di Briga e quelli di Mili perdura con quanto rimane ancora scritto nell’ordinanza contingibile e urgente del 6 settembre firmata dal Sindaco che vale ancora oggi: “si raccomanda l’uso (dell’acqua, ndr.) solo per usi igienico sanitari”. Un dubbio che adesso deve essere confutato, chiarito e spiegato, come il perché AMAM non iniziò subito ad effettuare le opere di messa in sicurezza dei pozzi, come oggi chiede l’ASP che per questo motivo non ha mai effettuato i prelievi ai fini della certificazione della potabilità dell’acqua. Ma soprattutto i due consiglieri chiedono se “I pozzi comunali che insistono in località Briga e Mili, sono stati o no realizzati esternamente alla fascia di rispetto, conseguente al vincolo di inedificabilità di carattere assoluto di 200 metri (giusta L. 166/2002 e conseguenti numerose pronunce del Consiglio di Stato in tal senso), che distanzia tali pozzi dai locali cimiteri di Briga Marina e Mili San Marco, fascia che necessariamente deve essere rispettata per esigenze di natura igienico-sanitaria, di salvaguardia della peculiare sacralità che connota i luoghi destinati alla inumazione ed alla sepoltura, per
esigenze di possibile espansione della cinta cimiteriale?” – e ancora se “I predetti pozzi, oltre al vincolo della fascia di rispetto cimiteriale, sono stati realizzati o no in prossimità di condotte fognarie, come pare sia stato paventato nelle scorse settimane da dichiarazioni alla stampa dei vertici dell’Asp?”. Insomma come si è potuto agire “con tanta leggerezza” trattandosi di salute pubblica?
Noi ribadiamo: perché ASP non ha fatto staccare immediatamente dalla rete idrica quei pozzi dei quali non vi era certezza?
Sul merito ricordiamo che si attende ancora la risposta all’interrogazione posta in Senato dalla Senatrice di Italia Viva Dafne Musolino su eventuali violazioni in tema di salvaguardia della salute pubblica, tutela della salubrità dell’acqua, nonché di trasparenza dei dati sulla produzione e qualità dell’acqua potabile di Messina.
