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Scommesse su siti illegali, indagati calciatori di serie A

- 11/04/2025
scommesse

Tra i nomi coinvolti Fagioli, Zaniolo, Tonali, McKennie, Di Maria e Bellanova. Pagavano i debiti di gioco con finti acquisti di orologi

Una dozzina di calciatori, alcuni dei quali di serie A, sono indagati per fatti avvenuti fino al 2023, nell’ambito di un’inchiesta milanese su un giro di scommesse clandestine, che non riguarderebbe partite di calcio. Tra i nomi dei calciatori iscritti per aver scommesso illecitamente figurano quelli di Nicolò Fagioli, Sandro Tonali, Weston McKennie, Raoul Bellanova, Angel Di Maria e Nicolò Zaniolo.

I calciatori, secondo quanto si apprende, sarebbero indagati per avere giocato sulle piattaforme illegali di scommesse e poker e per averle pubblicizzate tra altri calciatori.

Sono numerosi i nomi dei calciatori che compaiono nelle carte dell’inchiesta.

Tra questi ci sono anche quelli di Alessandro Florenzi, Mattia Perin, Samuele Ricci, Leandro Paredes. Questi ultimi, sempre secondo quanto si apprende, sono indagati per il comma 3 della medesima legge del 1989, e cioè per l’ipotesi che nello stesso periodo abbiano partecipato non a scommesse sul calcio ma sulle piattaforme illegali a giochi non autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e, in particolare alle partite di poker su tavoli online.

I calciatori pagavano i debiti di gioco con bonifici ad una gioielleria, fingendo di acquistare Rolex e altri orologi di lusso. Secondo l’accusa, prima si vedevano fare credito dagli organizzatori delle scommesse, ma quando il debito si faceva oneroso, venivano indirizzati alla gioielleria affinché in apparenza pagassero con bonifici perfettamente tracciabili il prezzo degli orologi, che restavano in negozio nella disponibilità degli organizzatori, mentre gli sportivi uscivano solo con la fattura emessa a fronte dell’acquisto simulato.

Nell’ambito dell’indagine, la Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato oltre un milione e mezzo di euro a cinque persone e a una società per “esercizio abusivo di attività di gioco e scommesse, riciclaggio e responsabilità amministrativa degli enti”.

Sono stati anche notificati, nell’inchiesta di pm Paolo Filippini e Roberta Amadeo, “decreti di fissazione di interrogatorio preventivo” davanti al gip, dopo la “richiesta di applicazione” dei domiciliari per i cinque indagati.

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La Sezione di Polizia Giudiziaria-Aliquota Guardia di Finanza della Procura ha eseguito “un decreto di sequestro preventivo nei confronti di cinque persone fisiche e una persona giuridica emesso dal gip per complessivi euro 1.533.753,00”.

Dalle indagini è emerso “un gruppo attivo nell’area milanese – spiega il procuratore Marcello Viola – ritenuto responsabile dell’organizzazione illegale di scommesse, anche attraverso piattaforme online non autorizzate, utilizzate da numerosi scommettitori”. E’ stato “appurato come gran parte dei pagamenti a saldo dei debiti di gioco destinati agli organizzatori”, quantificati in oltre 1,5 milioni di euro, “fossero veicolati mediante una gioielleria di Milano” per “ostacolare la provenienza illecita del denaro e rendere difficile l’identificazione del reale beneficiario”.

Un presunto “sistema” che avrebbe previsto “finte vendite da parte della gioielleria di orologi e monili di lusso che, in realtà, non venivano materialmente consegnati, ma costituivano unicamente la causale per il bonifico emesso dagli scommettitori a saldo del debito contratto per le scommesse effettuate sulle piattaforme illegali”.

E’ venuto a galla, spiegano i pm, anche un meccanismo “consolidato e strutturato per il pagamento dei debiti di gioco da parte degli scommettitori a favore degli organizzatori” con “l’utilizzo di numerosi soggetti prestanome che, mettendo a disposizione le proprie carte PostePay, account Revolut e conti correnti, ricevevano le transazioni finanziarie” per almeno 300mila euro, “destinate a saldare o ridurre le posizioni debitorie derivanti dalle scommesse illegali”.

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Per la stessa “finalità, i prestanome si occupavano anche della riscossione di denaro contante, per un importo stimato di almeno 400mila euro”. In aggiunta, “alcuni scommettitori, in cambio di bonus, ovvero di una riduzione del proprio debito di gioco, diffondevano e pubblicizzavano le piattaforme illegali nei confronti di altri”, facilitando così “l’apertura e il caricamento di sempre nuovi conti di gioco”.

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ANSA