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Transazione IMU Unime e Comune: Gioveni chiede spiegazioni, Cicala “è una bozza”. Riduzione monster, la rateizzazione e il conflitto di interessi

- 06/04/2025
gioveni relazione

I concordati 2 milioni e mezzo l’Università li pagherebbe a rate in 5 anni. Fatto questo che deve coinvolgere obbligatoriamente il Consiglio Comunale

Nella seduta di consiglio comunale di venerdì 4 marzo, nell’immediatezza del nostro articolo, Libero Gioveni, capogruppo di FdI, ha sollevato una pregiudiziale in merito alla vicenda dell’annunciato, anzi strombazzato, accordo transattivo tra il Comune di Messina e l’Università di Messina per l’IMU non pagata dall’Ateneo e che ammonterebbe a 18 milioni di euro. Un accordo che casserebbe di ben il 90% dell’importo, riducendo il debito dell’Università a soli 2 milioni e mezzo. Un debito ridotto in maniera mostruosa ed, a nostro avviso, non congrua con le transazioni che già il Comune di Messina ha operato in altre occasioni, come quella Schipani per intenderci.

Il Consigliere Gioveni ha così chiesto all’assessore Cicala ed alla segreteria generale del Comune Carrubba chiarimenti in merito, visto che i consiglieri comunali erano del tutto all’oscuro sulla vicenda. “Normalmente – ha detto Gioveni – quando si tratta di atti transattivi, come accaduto per altri accordi, il passaggio in aula sarebbe da intendersi come doveroso“. La segretaria generale avrebbe chiarito che si tratterebbe “solo di una bozza che è stata annunciata” e che per la formalizzazione è necessaria la delibera di Giunta, che, peraltro, secondo la Carrubba non sarebbe necessario neanche che passi in Consiglio. Intervento macchinoso e fumoso, invece, dell’assessore Roberto Cicala che ha riferito che l’importo dovuto deriverebbe da “una omessa dichiarazione“. Insomma poco chiara la risposta, poco chiara la vicenda.

ACCORDO “OMAGGIO”: ridotto al 10%, spalmato in cinque anni e siglato con un sindaco che sarebbe ancora funzionario in aspettativa dell’Ateneo

Risulta, infatti, che non solo il Comune di Messina avrebbe rinunciato ad oltre 15 milioni di credito certo ed esigibile, che solo bene avrebbe fatto ad esempio alla sostenibilità del Piano di Riequilibrio in corso di costante verifica da parte della Corte dei Conti, ma che i concordati 2 milioni e mezzo l’Università li pagherebbe a rate in 5 anni. Fatto questo che deve coinvolgere obbligatoriamente il Consiglio Comunale, pur trattandosi di entrata, ma penalizzata da un accordo penalizzante ed inoltre spalmato in cinque anni. Un “omaggio” all’Università fin troppo conveniente, peraltro in odor di conflitto di interesse visto che il Sindaco Federico Basile sarebbe ancora un funzionario dell’Università in aspettativa.

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