
Come in un film comico tratto dalla trama de “Il dittatore”, quel che è accaduto stamattina in via Ettore Lombardo Pellegrino, negli immediati pressi della libreria “La Gilda dei narratori”, ha davvero del grottescamente ridicolo se non fosse per la riflessione che induce e che, se i fatti fossero davvero collegati, potrebbe generare solo una infinita pena. Proprio nel momento in cui si attendeva che arrivasse Matteo Renzi, l’ex presidente del Consiglio, il presidente di Italia Viva, con al suo fianco la senatrice messinese Dafne Musolino e il vicepresidente Davide Faraone, ecco che, rombanti arrivano due carri attrezzi. Candidi, bianchi e ben puliti. Due, dico due, in una città dove vederne uno lontano dalle fermate dei bus è già un miraggio. In una trama da film comico sarebbe immaginabile e contestualmente corretto al fine da completare le attese della risata doverosa, immaginare anche qualche eminenza grigia che, poco distante, coordina il tutto, telefono in mano. Ma accadrebbe solo in un film comico… Non può accadere davvero nella realtà….

Al netto però di questo episodio che sa molto di svizzero in termini di puntualità, l’arrivo di Matteo Renzi è andato come previsto, con tanta gente ad attenderlo, una sala piena con i libri in mano, “L’Influencer” spiegato dal Presidente che ha anche avuto il tempo di una battuta proprio sui carri attrezzi del Comune di Messina, “Magari adesso arrivano anche da Taormina”.
Matteo Renzi, prima dell’ingresso in sala, ha comunque rilasciato un’ampia intervista rispondendo su molti temi. Ma andiamo per ordine:
“Folle togliere fondi a Sicilia e Calabria per fare Ponte”

“Ho sempre detto che il Ponte sullo Stretto è un’idea interessante se unisce la Sicilia e la Calabria, ma soprattutto se diventa un simbolo mondiale. Cioè, se si fa un opera che architettonicamente è al top e di cui parla tutto il mondo, che richiama turisti va bene; se però per fare il ponte devi togliere soldi come i fondi Fsc allora è di nuovo un’operazione da influencer. Il ponte – prosegue Renzi – va bene se ci sono risorse ad hoc, se ci sono risorse tolte ai siciliani e ai calabresi a me sembra una follia”

“Amici degli USA ma difendiamo le aziende italiane, mentre Meloni preoccupata di baciare la pantofola a Trump”
“Trump dice odio gli europei, l’Europa che è piena di parassiti, voglio mettere i dazi. Noi siamo amici dell’America ma certo non possiamo essere dalla parte di Trump, noi pensiamo alle aziende italiane, di Messina, Roma, Firenze. Se Trump vuole distruggere le aziende italiane immagino che Giorgia Meloni dica: caro Trump noi pensiamo all’Italia, invece mi sembra, che sia preoccupata di baciare la pantofola agli americani. Ora io sono per il rapporto con gli americani ma se vogliono distruggere le aziende italiane io difendo quest’ultime”, ha detto.
LO SCANDALO DEI REFERTI ISTOLOGICI DI TRAPANI

E riguardo al libro, tra le tante cose, facendo riferimento agli scandali della sanità in Sicilia, Renzi ha specificato che “Il libro parla dell’influencer e dice che il governo Meloni non governa ma comunica e fa propaganda. Per esempio, fa un decreto legge sulle liste d’attesa a cui noi abbiamo votato contro, ma questo decreto legge non impedisce che succeda quello che è successo a Mazzara del Vallo, dove 206 referti che dovevano essere dati a malati di tumore per iniziare la terapia non sono stati dati, anzi la sanità siciliana ha fatto attendere 8 mesi. Solo la coraggiosa denuncia di una professoressa ha fatto scoppiare lo scandalo. Ecco questo è il ruolo dell’influencer – continua Renzi – fa un decreto spot sulle liste d’attesa e poi le cose non vanno. Questo è il motivo del viaggio del libro: andare a raccontare come la Meloni comunichi bene ma governi male”
