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Morte di Margaret Spada, tornano a lavorare i due chirurghi che la operarono

- 26/03/2025
margaret e procopio

Quattro mesi fa la morte di Margaret Spada, 22 anni, a seguito di una rinoplastica. I chirurghi estetici, Marco e Marco Antonio Procopio, che rimangono indagati nell’inchiesta sul caso della giovane siciliana, secondo quanto scrive il “Corriere della Sera” hanno ripreso a esercitare la loro professione.

La donna sarebbe deceduta a causa di una “polmonite ab ingestis”: rimasta in coma per tre giorni, era deceduta per arresto cardiocircolatorio.

 I due sono accusati di omicidio colposo, ma fino ad oggi nulla vieta loro di lavorare. Chiunque può prendere un appuntamento con i chirurghi in uno degli studi in cui sono attivi. E, se fino ad oggi i medici radiati possono continuare a lavorare in attesa del responso, è pronta la riforma del ministero, grazie a cui le cose potrebbero cambiare davvero. Da parte sua, la famiglia di Margaret dice di aver fiducia nella giustizia, ma sottolinea che sapere che quei due chirurghi possono ancora lavorare provoca “rammarico”. 

Margaret non fu subito e correttamente rianimata. La manovra che forse poteva salvargli la vita non fu eseguita correttamente e tempestivamente.

Lo dicono i medici che hanno scritto la relazione della Asl sul percorso clinico-assistenziale della giovane morta il 7 novembre a Roma dopo un intervento al naso eseguito in uno studio medico all’Eur.

La relazione ripercorre i giorni di agonia della ragazza di Lentini, dal 4 al 7 novembre, nella Terapia intensiva dell’ospedale Sant’Eugenio, giorni in cui le sue condizioni, già disperate, nonostante l’anamnesi in entrata, vanno via via peggiorando. Fino ad arrivare al decesso. I medici del pronto soccorso si accorgono subito che molte cose riferite nella cartella che descrive le condizioni della paziente in entrata, in genere redatte in maniera empirica durante il primo soccorso, non coincidono col reale stato della giovane.

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