Il consenso della città di Messina nei confronti del figlio putativo del Sindaco di Taormina è in crisi e lo si legge ogni giorno
Il vero problema dell’amministrazione Basile? Rispettare le scadenze. E’ una storia lunga e triste che ammonta a 127 milioni di fondi persi, passando dai fondi per la riqualificazione di Casa Serena, per l’I-Hub, fino a giungere, oggi, a quelli Pinqua, che si apprende, ma lo avevamo previsto, sono “a rischio”.
Per una volta non siamo noi a lanciare l’allarme, ma il quotidiano locale, completamente rinnovato e per la cui grafica facciamo i nostri complimenti. Non, quindi, “un piccolo giornaletto”, come qualcuno ha più volte sentenziato (ma chi era quello per denigrare?), ma l’edizione locale del giornale cittadino. Evidentemente quel “giornaletto” è piccolo ma funziona, come la goccia capace, lentamente, di scavare la roccia.
LA “ROCCIA” SI SGRETOLA COME IL CONSENSO: SE DE LUCA PERDE SOLDI

E la “roccia” si sta sgretolando: da un lato c’è un ex politico che promuove la sua raccolta fondi, ma non è ancora chiaro per cosa, a suon di cene e di show, utilizzando anche il proprio compleanno come attrattiva, dall’altro c’è un’amministrazione la cui narrazione di “buon governo” comincia anch’essa a sgretolare, tra alberi abbattuti, cordoli e parcheggi, allacci luce da prevedere e invece incredibilmente non immaginati, strutture sportive nel degrado, una squadra messinese che sta annegando e tanti fondi persi.
Il consenso della città di Messina nei confronti del figlio putativo del Sindaco di Taormina è in crisi e lo si legge ogni giorno, e, se non lo ha ancora avvertito Basile, di certo De Luca si. Così come sa anche che se perde Messina, ha perso tutto. Ma sa anche che senza un programma concreto non va da nessuna parte? Non sembra che il centro studi sia pregno di visione futura, o forse lo è anche troppo.
Se, oltre la crisi del commercio combattuta a colpi di pannicelli caldi, i cordoli, le strade chiuse e ristrette, si tocca il risanamento e lo si “tocca” male, allora l’indice del consenso è destinato ad abbassarsi ancora di più, giungendo ai minimi storici. Da mesi la popolazione in disagio abitativo, compresa quella che non ha patologie ma un estremo bisogno di ambienti non più malsani dove vivere, invoca l’uso dei fondi Pinqua. INASCOLTATI. Per loro scoprire oggi che sono a rischio e che, anche per la querelle con lo IACP, il rischio è di perderli, è quanto di peggio possa accadere.
IL RISCHIO DELLA RICADUTA NEL BILANCIO COMUNALE

Basile, Puccio e compagni non hanno ancora del tutto perso il treno dei fondi Pinqua, così come c’è ancora speranza per il PNRR. Ma si tratta di fondi a scadenza, come tutti quelli perduti finora. Il rischio è sempre quello: che non si rispettino le scadenze e, questa volta, oltre a perdere il denaro c’è il rischio che il Comune si ritrovi debiti consistenti in bilancio. E ricordiamo a noi stessi che l’ente comunale di Messina è gravato da un Piano di Riequilibrio con un continuo controllo per stati di avanzamento.
Per rispettare le scadenze è necessaria una concreta e ferrea programmazione. Un cronoprogramma che ad oggi non ci sembra sia stato rispettato per i casi più eclatanti. Se non si riesce a prevedere che gli operatori commerciali del Mercato Vascone avranno necessità di punti luce nella strada dove sono stati spostati, come si fa a prevedere e rispettare un cronoprogramma per opere che valgono milioni?
I FONDI PERDUTI

Così sono stati persi i fondi per Casa Serena, proprio per l’incapacità di rispettare le scandenze, la presunzione e la supponenza, che superata la scadenza del dicembre 2023 questi fondi perduti sarebbero potuti “rientrare rimodulandoli” con altre misure. Ma ad oggi di Casa Serena non si sa più nulla, neanche cosa potrebbe essere diversamente da una residenza per anziani. E nessuno chiede e nessuno spiega.
Stesso destino per i fondi per il canile comunale, per l’area I-Hub, nella quale, ad esempio, assistiamo solo a demolizioni, con intervalli che durano mesi.
Stessa cosa per l’ex Casa del Ragazzo: ancora demolizioni, con la speranza che dopo la fuoriuscita dei fondi disponibili da quelli della Coesione, dopo la rimodulazione per la costruzione del Ponte, non si perdano anche quelli adesso ottenuti.
IL PATTO DEL “PAURO” CHE PER SCHIFANI NON E’ UN’ALLEANZA MA UNA CONVENIENZA POLITICA

La speranza, l’unica per l’amministrazione Basile, sembra proprio quella del “patto del pauro” con un non facilmente gestibile Renato Schifani, che della sua apertura non ha fatto un patto ma una scelta politica riferita a tutti e non solo a De Luca. Quanto durerà? Rimangono due anni da sindaco, almeno ufficialmente, per Federico Basile e sul groppone ha anche tutte quelle aree che ricadono in quello che oggi il quotidiano chiama “Dossier articolo 99” che racchiude, come aveva previsto De Luca, i soldi per la cui riqualificazione il Comune di Messina non può certo sognare di fare da solo. Soldi ben connessi ad un’alleanza con uno Schifani che la legge, da politico navigato, come una convenienza di percorso da sfruttare all’ARS. Ma in politica si sa che le cose possono cambiare in un “fiat”. Il rischio? Anche in questo caso sono proprio i fondi e che le aree da risanare rimangano voci di bilancio inaffrontabili per il debole bilancio comunale. Si vedrà…
TANTI RENDERING MA NESSUNA PRIMA PIETRA

A Messina, però, la realtà ad oggi è che si demolisce ma non si posano nuove pietre. In compenso si costruiscono parcheggi e si producono e si pubblicizzano rendering a bizzeffe.
La vicenda a rischio per i fondi Pinqua si riassume in una domanda: cosa si è fatto finora? Nulla, o poco. Pertanto quel che accade oggi, quando la resa dei conti sembra essere sempre più vicina, è il sintomo di un male che è relativamente “antico” e che risale al cambio al vertice di Sindaco ed elementi chiave della Giunta che facevano davvero la differenza. E’ anche il sintomo di una mancanza di comunicazione istituzionale e di una supponenza di presuntuosa “bravura” auto referenziale, che ha portato all’ultimo incidente diplomatico: quello con IACP che assesta un colpo d’arresto importante alle aree di Bisconte che potevano essere pronte al recupero del tempo perso con i fondi Pinqua. Non si poteva evitare chiarendosi prima?
E i cittadini? Continueranno a rimanere in silenzio? E il silenzio è sintomo di consenso? La voce comincia ad alzarsi, netta e chiara, e non sembra comunicare nulla di buono per l’amministrazione Basile.

E naturalmente questi incapaci non pagano come se non avessero responsabilità ! Cosa fa la magistratura oltre ad occuparsi di migranti parassiti?