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Risanamento, quei 147 soggetti fragili travolti dalla “tempesta in un bicchier d’acqua”

- 18/03/2025
tempesta in biccier dacqua

Sono 137 i nuclei familiari che diventano vittime di una “tempesta in un bicchier d’acqua”

Dal 2019, con l’Agenzia per il risanamento e con il comune di Messina, che ha appositamente destinato 15 milioni di euro di fondi PON per questa finalità, abbiamo assegnato complessivamente, ad oggi, 600 immobili. Nell’arco di quattro anni e mezzo, cinque anni, abbiamo fatto più di quello che era stato fatto in 29 anni con la legge regionale, quindi un risultato eccezionale“. Lo dichiarava l’avvocato Marcello Scurria durante l’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie del 4 febbraio di quest’anno.

Parole pronunciate poco prima della bufera che avrebbe travolto l’ufficio del sub-commissario con la rimozione di Marcello Scurria e la nomina repentina dell’ingegnere Santi Trovato al suo posto.

LA LINEA DI DEMARCAZIONE TRA L’AVVOCATO E L’INGEGNERE

Santi Trovato

In quei pochi giorni intercorsi tra la preparazione dei “bagagli” del “signor” Scurria, come lo definimmo per la signorilità con la quale lasciò il suo incarico, e l’ingresso del nuovo sub-commissario nominato dal Presidente della Regione siciliana Renato Schifani, sembra essere sostanzialmente mutata la filosofia d’approccio alla questione risanamento, da non confondere con quella di emergenza abitativa. Anche se i due sono termini che possono sovrapporsi.

E, in effetti, possono anche coincidere nel momento in cui famiglie con soggetti fragili perché affetti da patologie gravi o gravissime, rimangono senza soluzione abitativa, costretti ancora ad abitare luoghi malsani che li danneggiano quotidianamente, che siano anziani, donne o, peggio, bambini, determinandone l’aggravamento. La linea di demarcazione, perciò, tra un ingegnere ed un avvocato, sembra sostanziarsi proprio nell’interpretazione del concetto di “ricollocamento” e di urgenza di attuazione di questo principio che non può essere legato esclusivamente alle esigenze di demolizione e sgombero delle aree cittadine messinesi dove insistono quelle casupole, appunto, malsane e mal costruite.

L’ARTICOLO 11TER, COMMA 1: CITATO MA SOLO IN PARTE. OMESSO IL “RICOLLOCAMENTO”

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Così quel che scrive l’ingegnere Santi Trovato nella sua nota quasi a “discolpa” della sua ordinanza numero 1, sembra rimanere ancorata al solo compito di sbaraccamento, quasi come il risanamento ed il ricollocamento fosse una pratica da sbrigare e di interesse del Genio Civile, che, peraltro, lo stesso Trovato dirige. Non, quindi, materia umana, della quale l’avvocato Scurria aveva già investito l’ASP di Messina.

Trovato, infatti, cita correttamente ma non compiutamente, l’articolo 11 ter della Legge 44 del 2021. Correttamente laddove dice di dover “attuare, in via d’urgenza, la demolizione, nonché la rimozione, lo smaltimento e il conferimento in discarica dei materiali di risulta, il risanamento, la bonifica e la riqualificazione urbana e ambientale delle aree ove insistono le baraccopoli della città di Messina”. Non compiutamente laddove, invece, omette di proseguire nella citazione dello stesso articolo, che così prosegue e senza neanche pausa di interpunzione: “anche in relazione all’emergenza epidemiologica da COVID-19, nonché di assicurare gli investimenti necessari per il ricollocamento abitativo delle persone ivi residenti, entro dieci giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto“.

Un termine quello del ricollocamento che viene riportato più volte all’interno dell’articolo della legge, dandone, così, forza e significato, quale vera e propria priorità.

VALE TUTTO L’ARTICOLO 11 TER, NON SOLO UNA PARTE

Quindi? Da ciò discende che la priorità non risiede in una sola parte di quanto prevede l’articolo citato da Trovato, semmai in tutto quanto dispone, quindi anche e soprattutto nel ricollocamento, e in special modo di quelle famiglie con fragili che non possono di certo attendere il normale e lento scorrere delle graduatorie, ma che meritano di godere di una corsia preferenziale.

A tal proposito, sempre nell’audizione in Commissione parlamentare di inchiesta del 4 febbraio di quest’anno, innanzi al presidente Alessandro Battilocchio, Scurria aveva dichiarato che “A Messina ci sono ancora ottanta baraccopoli e 680 mila metri quadrati sono interessati da questi insediamenti di manufatti. Li chiamo manufatti, ma sono abitazioni assolutamente fatiscenti. Ovviamente, anche la parola «abitazioni» è una parola grossa“. L’avvocato Scurria, pertanto, nel suo percorso da sub-commissario, in linea con quanto previsto dalla sua lettera di incarico, aveva affidato all’ASP di Messina l’individuazione delle famiglie con gravi patologie e ricadenti in area risanamento. Con l’obiettivo di provvedere prima possibile al ricollocamento di chi è in uno stato di urgente bisogno superiore a chi lo è ma non ugualmente.

I “DIVERSAMENTE MALATI” DECISI DALL’INGEGNERE TROVATO

Oggi, alla luce delle nuove “regole” che il neo sub-commissario Trovato vorrebbe dettare, delle 137 famiglie con soggetti fragili, godrebbero della giusta corsia preferenziale per il ricollocamento solo in 43!

Resterebbero così fuori donne, anziani, ma soprattutto tanti bambini con patologie che resteranno ancora per molto proprio in quelle “abitazioni” malsane e per le quali la stessa parola “abitazione” rimane una parola grossa.

CHI STABILISCE CHI E’ “FRAGILISSIMO”?

In più, vorremmo sottolineare, che la determinazione dello stato di “soggetto fragilissimo” a cui provvedere al ricollocamento in via emergenziale, sembra non essere più in capo all’ASP, che con Scurria aveva il compito di determinarlo. Sembra, infatti, che sia lo stesso ingegnere Trovato a deciderlo.

Così se 47 vengono “salvati” e rimangono in zona emergenza ai fini del ricollocamento, secondo quanto stabilisce Trovato, che non è l’ASP, 137 nuclei familiari vengono riposizionati nelle graduatorie ordinarie, in quanto, secondo l’ingegnere “diversamente malati”, quindi non più meritevoli di rimanere in quella corsia preferenziale che il buon senso imporrebbe.

IL “VALORE DELLA RUSPA”

demolizione via Bonsignore1

Una scelta che, non tenendo conto di quanto dettagliato dall’ASP, sembra, per la verità, più dettata dal “valore della ruspa” e, quindi, dall’applicazione di solo una parte di quanto disposto dal comma 1 dell’articolo 11 ter della legge 44 del 2021, quella, pertanto, citata dall’ingegnere Trovato nella sua replica di ieri.

Ma, oltre le convenienze anche di immagine pre-elettorale, come quella delle aree demolite, che di certo convengono di più ad un’amministrazione, quella Basile, che sogna di poter rimanere in sella anche nelle prossime amministrative, la verità morale e sostanziale è e rimane, che allo stato delle cose, sono 137 i nuclei familiari che diventano vittime di una “tempesta in un bicchier d’acqua” nella quale, anziani, donne e bambini malati, rischiano di affogare.

risanamento tremonti