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Omicidio Mollicone, Cassazione annulla le assoluzioni dei Mottola

- 11/03/2025
giustizia serenamollicone presidio adn

La giovane di Arce nel frusinate venne uccisa nel 2001. A quasi 24 anni dal ritrovamento del suo cadavere il delitto resta ancora senza un colpevole

I giudici della prima sezione della Corte di Cassazione hanno annullato oggi le assoluzioni di Franco Mottola, del figlio Marco e della moglie Annamaria nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone. Il processo di appello dovrà essere ripetuto.

I giudici si sono pronunciati oggi martedì 11 marzo. La Corte si è ritirata alle 16.20 per decidere se confermare l’assoluzione di Franco Mottola, ex comandante della stazione di Arce, del figlio Marco e della moglie Annamaria, e quindi rigettare i ricorsi presentati dalla procura generale, oppure se annullare le assoluzioni e quindi aprire a un processo di appello bis. Attorno alle 19, la decisione.

La richiesta del pg di Cassazione

Accolta la richiesta del procuratore generale della Corte di Cassazione, che ha chiesto di annullare con rinvio la sentenza impugnata di secondo grado, e quindi un processo di appello bis.

“Sostengo il ricorso della parte civile perché considero che la sentenza di appello sia affetta da plurime violazioni di legge e di norme processuali”, ha detto. Il pg ha rilevato “l’assenza o apparenza della motivazione” della sentenza di secondo grado che è, quindi, “carente” e sottolinea che il “Giudice di Appello ha abdicato alla Cassazione” con “un atteggiamento pilatesco”. “La sentenza”, tra l’altro, spiega il pg, “omette di motivare sulla effettiva presenza di Serena Mollicone in caserma e non risponde a tutti gli elementi che confortano le affermazioni di Tuzi che hanno dato avvio alle indagini”.

Serena Mollicone, la storia della ragazza di Arce

Il 1 giugno del 2001 Serena Mollicone esce di casa presto per andare a fare un esame all’ospedale di Sora, dopo aver preparato la colazione al padre, con cui vive sola dalla morte della mamma. Da quel momento, però, non farà più ritorno a casa. Il suo corpo verrà ritrovato due giorni dopo con mani e piedi legati, nastro adesivo sulla bocca e un sacchetto del supermercato in testa, vicino a un mucchio di rifiuti nel bosco di Fonte Cupa in località Anitrella. Da quel giorno sono passati quasi 24 anni, ma il caso al momento resta ancora un giallo.

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