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Radiografia politica de “Il Riformista”: “Scateno” da ex duro e puro va a scuola di quella che definiva “banda bassotti”

- 23/02/2025
de luca schifani

Giovanni Pizzo de “Il Riformista” definisce “sopravvivenza sociale” la scelta di chi, a tutti i costi, cerca di salire sul carro del vincitore. In una politica siciliana che definisce “sagra folK”, Pizzo fa una radiografia delle scelte “per non morire” di “Scateno” De Luca che si allea proprio con chi gli era servito da bersaglio populista per catturare la pancia degli elettori, e si allea proprio con quelli che definiva “banda bassotti” se non peggio. Così anche la pace calma scoppiata tra De Luca e Cuffaro dimostra, quasi come i “ladri di Pisa” di deluchiana citazione di un tempo, specchiandosi l’uno nell’altro, che anche chi è ormai alla deriva “può essere utile” quando si cerca il potere a tutti i costi. Financo dimenticandosi gli insulti ricevuti.

De Luca nei confronti di Cuffaro, infatti, è stato sempre più che critico, eppure oggi i due si incontrano e dialogano pacatamente, come in una sorta di nube amnesica che è utile per gli obiettivi personali. Ci vuole faccia davvero, e vale per ambedue. Ma è la politica, , non certo quella “buona”, quella dei cambi di casacca e del trasformismo alla bisogna, dalla quale De Luca per primo ha dimostrato di non essere indenne, ma egoistico spadroneggiatore, financo ad abbandonare Sud chiama Nord. Chissà cosa ne pensa davvero la pancia di chi osannava De Luca?

Ma quel che conta non è la utilis pacis, semmai solo il progetto finale. Pertanto, oltre ogni sorriso e pacatezza varrà sempre che “La guerra si fonda sull’inganno.”.

Il carretto passava per strada e gridava “gelati”.

Ma tornando a Il Riformista ed all’articolo di Giovanni Pizzo, si apre con una citazione musicale: “Il carretto passava per strada e gridava “gelati”. Così cantava Lucio Battisti e in Sicilia, terra di invenzione del gelato di origine araba, ai carretti siamo affezionati, soprattutto se hanno cose “duci” da proporre. La Sicilia ha nell’immaginario collettivo, universalmente riconosciuto, la caratteristica del folklore. Siamo un popolo folk, sia nelle sue basi sociali e popolari che in quelle apicali. Parliamo degli apici a proposito dell’ultima notizia folkloristico-politica che viene dalla Sicilia“. Immediatamente poi l’affondo a De Luca: “Uno dei candidati delle scorse elezioni regionali, colui che era arrivato secondo dietro Schifani, lanciando fuoco e fiamme contro il sistema cinico e baro che inchiodava l’Isola all’arretratezza, Cateno detto “Scateno” De Luca dichiara candidamente di aver deciso di andare a scuola di politica dal presidente che lo ha battuto, per le sue capacità politico-istituzionali. Tradotto in linguaggio normale: Schifani è stato più bravo di lui a costruirsi una coalizione vincente, mentre lui è andato da solo. Ora Cateno vuole essere cooptato dallo stesso sistema che aveva messo all’indice. È un caso isolato, una sindrome particolare? Assolutamente no: è una patologia diffusa nell’Isola quanto il diabete, vista la quantità di zuccheri, gelati, cannoli e cassate che vediamo a ogni angolo”.

se uno perde, non sta dalla parte del vincitore, in Sicilia non viene salutato manco dal portiere dello stabile

Voi penserete che la cosa si limiti a una questione di prebende, ma non è solo così. È una questione di sopravvivenza sociale: se uno perde, non sta dalla parte del vincitore, in Sicilia non viene salutato manco dal portiere dello stabile; il fornaio ti guarda con la condiscendenza che si dà agli scimuniti, e non puoi entrare in un bar per un caffè nemmeno per sbaglio, tutti si darebbero di gomito facendo allusioni che ti metterebbero in ridicolo, come quella del pidocchio che si faceva grande con la tosse”.

Per leggere l’intero articolo:

https://www.ilriformista.it/da-scateno-de-luca-a-chinnici-tutti-salgono-sul-carro-di-schifani-perche-in-sicilia-se-perdi-non-vieni-salutato-manco-dal-portiere-dello-stabile-457374/

schifani basile de luca