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CISL FP SU MESSINA SOCIAL CITY: BICCHIERI “INACCETTABILE FAR SEDERE AL TAVOLO SINDACATI CHE SCONOSCONO IL CCNL. ATTEGIAMENTO VOLTO SOLO A CREARE CONFUSIONE”.

- 13/02/2025
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Messina 13.2.2025 –  “Troviamo inqualificabile l’atteggiamento adottato  da Messina social city che ancor prima di iniziare il confronto sindacale su temi che toccano il salario dei lavoratori, come il rimborso chilometrico, la quattordicesima mensilità e l’aumento economico di alcune indennità, crea una situazione di conflitto facendo sedere al tavolo sindacati che sconoscono il contratto collettivo nazionale di lavoro, sottoscritto esclusivamente da  FP CGIL, CISL FP e UIL FPL, creando in maniera strumentale confusione. Per non parlare poi dei toni assunti da un sindacato autonomo  nei confronti del segretario generale della CISL FP,  pesanti ed offensivi per nulla frenati dalla parte datoriale che anzi alla luce dei fatti, ha dato man  forte consentendo la partecipazione di chi non ha la titolarità del tavolo di primo livello, nonostante tutti sappiano cosa è successo meno di un mese addietro alla sottoscritta per una situazione iniziata nello stesso identico modo. Ecco perché si è reso necessario chiedere l’intervento della polizia di stato per evitare che si verifichino nuovamente fatti analoghi. Chi va a fare contrattazione sindacale deve essere garantito nei livelli di sicurezza alla pari degli stessi lavoratori, e non può e non deve andare a trattare gli interessi dei lavoratori in un clima di guerra peraltro esacerbato da posizioni diverse, pur nell’ambito delle corrette relazioni sindacali. La legge è chiara: il tavolo negoziale di primo livello va riservato ai soggetti firmatari del CCNL  Coperative Sociali che hanno rappresentatività sindacali, e semmai può ammettere solamente la RSA delle sigle presenti in azienda ma non certamente i segretari che non hanno alcuna rappresentatività a livello nazionale oppure che hanno scelto di non firmare il CCNL di lavoro. Nessuno nega loro il secondo tavolo di confronto, ma ribadiamo non il primo. Purtroppo ci stranisce la posizione della sigla confederale presente al tavolo oltre noi che ne ha permesso la partecipazione attiva, stante che fino a pochi mesi fa era intenzionata a proclamare lo sciopero generale.  Da questa situazione scaturiscono due necessità importanti e ormai innegabili in tutti i tavoli negoziali: ristabilire condizioni di sicurezza ed educazione sindacale nei tavoli di confronto che devono essere costituiti in maniera rispettosa della legge e del contratto nazionale e creare un clima di confronto necessario affinché possano essere garantiti ai lavoratori  i benefici salariali e giuridici che non possono essere erogati a macchia di leopardo e senza alcuna trasparenza. La Messina Social City è una partecipata pubblica generata dalla visione di Cateno De Luca e dalla stessa CISL di Messina, proprio per rispondere ai bisogni dei cittadini fragili e andare nella direzione del miglioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti, prima gestiti con modalità tipiche del settore privato. In realtà il grande disegno concepito per questa struttura non è andato nella direzione della pubblica amministrazione da noi richiesta anche attraverso l’ipotesi della trasformazione del contratto di lavoro dalla coperativa sociale alla funzione pubblica. E il nodo sta nella mancanza di un direttore generale nel rispetto di quanto sancito dallo statuto e nel rispetto della legge. Fin quando non ci sarà una figura terza nella MSC non ci sarà trasparenza ed i lavoratori saranno costretti a subire condizioni di lavoro non conformi al loro contratto. Ecco perché ci siamo rivolti al giudice del lavoro per chiedere il riconoscimento del confronto sindacale su temi che riguardano l’organizzazione del lavoro di cui mai siamo stati preventivamente e debitamente informati. Infatti il CCNL Coperative Sociali prevede contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato non già il lavoro stagionale che non permette la maturazione di requisiti per la stabilizzazione. E soprattutto non può consentire una evidente discriminazione tra lavoratori della stessa azienda in cui i neo stabilizzati abbiano correttamente contratto full time, mentre al contrario i dipendenti di tutta una vita abbiano al contrario contratti pare time. Nè possiamo consentire che l’assistenza domiciliare preveda che  l’operatore vada a proprie spese avanti indietro per la città con i pochi soldi che guadagna mensilmente e magari pagando anche il parcheggio. Sulla questione del ricorso presso il tribunale del lavoro ovviamente valuteremo il necessario ricorso con i nostri legali.” Lo dichiara il Segretario Generale della CISL FP Giovanna Bicchieri.

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